Oggi la comunicazione si svolge in una forma che più orizzontale non si può, nel senso che tutti partecipano allo sviluppo e alla diffusione di notizie e commenti al di fuori di qualunque norma e senza alcuna premura di attenersi alle regole di base della professione giornalistica che sono di ordine deontologico oltre che tecnico. L’avvento e l’esplosione dei social ha comportato un effetto unico nel suo genere: quello di mettere in “fuori gioco” le professioni legate al mondo dell’informazione scritta e per immagini con la conseguenza di estromettere dalla filiera mediatica quello che era stato il mediatore tra le parti: quella emittente la notizia e quella ricevente, secondo il classico e ormai superato modello verticale per il quale le notizie “piovevano” sull’opinione pubblica che, attraverso i media, le riceveva senza alcuna possibilità di reazione e interazione. Ovviamente non si vagheggia tale modello, ma occorre valutarne l’evoluzione per comprendere la crisi di oggi!
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