lunedì 31 maggio 2010

La nuova battaglia per affermare la "forza delle idee"!

Su "L'espresso" in edicola questa settimana il servizio di copertina è dedicato alla cosiddetta "legge-bavaglio" con gli interventi di Umberto Eco e Roberto Saviano. Sullo specifico argomento sono perfettamente daccordo con entrambi, quel che invece mi ha colpito e mi ha acceso una lampadina in testa stimolando questa riflessione è la seguente risposta alla domanda posta dal giornalista: "Quindi lei intende avere una posizione politica solo su alcuni temi?". Saviano risponde così: "Si, in questo senso io faccio politica, nel senso della battaglia delle idee. Mi sento fortuntato e privilegiato: ho uno spazio autonomo per farlo. In genere chi cerca la battaglia delle idee deve scontare il dazio se non la gogna della militanza di un partito, il che comporta doversi scontrare con minuzie amministrative, liste e grane organizzative...".
Ho compreso finalmente che cosa significa "inaffidabilità" nel lessico partitico, anche quello che ho vissuto direttamente nel corso della pluriennale esperienza politico-amministrativa dalla quale mi sono spontaneamente allontanato nel 2005 dimettendomi dalla carica di presidente del consiglio comunale di Piano di Sorrento (Na) dopo circa 23 anni di impegno pubblico.
A cinque anni di distanza c'è ancora qualcuno che si ostina a voler leggere in chiave politico-partitica alcune scelte e alcune iniziative che, per quanto mi riguarda, sono il coerento prosieguo, in altre forme, di una visione politica fondata per l'appunto sulla "battaglia delle idee" e che ho sviluppato in tutti i contesti nei quali ho operato per pubblico servizio.
Chi difende le idee con atti e comportamenti coerenti improntati al rispetto delle regole e degli interessi generali è sistematicamente considerato "inaffidabile" per il contesto politico-partitico, sia di destra sia e forse soprattutto di sinistra dove l'ipocrisia è sicuramente più forte e profonda!
Per questa gente, soprattutto per quelli che si ostinano a mascherarsi di fronte ai fallimenti della propria parte politica e spesso anche personali, è inconcepibile che qualcuno ritenga subalterni i partiti o le nuove formazioni politiche rispetto alle idee, quelle proprie e quelle altrui! 
Ne scaturisce, per questa genete, che queste persone debbano restare ai margini della vita e dell'impegno politico, perchè non avendo termini e argomenti di negoziazione sono difficilmente trattabili e quindi condizionabili!
Questa è, a mio avviso, una delle ragioni del fallimento del centro-sinistra italiano a tutti i livelli. Per quanto mi riguarda l'ho sperimentato sul campo e sul territorio e posso dire, a ragion veduta, che esso costituisce una minaccia altrettanto grave per la tutela degli interessi generali come il malcostume di tanta parte del centro-destra.
Come porre rimedio a questo problema? Soltanto rafforzando queste idee e lavorando sul piano culturale per realizzare una sana contaminazione in grado di accrescere la forza delle idee, di queste idee!

venerdì 21 maggio 2010

L'avventura con "L'Informatore Scolastico", la rivista della scuola italiana dal 1957


A cinquant'anni diventare direttore responsabile di un'antica rivista di informazione specialistica qual è "L'INFORMATORE SCOLASTICO" è una sfida che affrontiamo forti di una pluridecennale e variegata esperienza, umana e professionale, ma con la consapevolezza di dover lavorare molto rendendo però, nello stesso tempo, un servizio alla comunità. In particolare ai giovani, ai giovanissimi e a chi dall'Università guarda al mondo del lavoro... E' pur vero che allo stato questi giovani e giovanissimi non rappresentano il target di riferimento della rivista, ma ci auguriamo che possano diventarlo in futuro, soprattutto che possano ricavarne un beneficio indiretto grazie al nuovo protagonismo che vogliamo garantire alla scuola italiana e a tutti i suoi attori, docenti e studenti, a tutti i livelli dell'organizzazione scolastica. E' questa la prima e a mio avviso importante rivoluzione del nostro progetto che trasforma questo antico e nobile "contenitore" di informazioni a carattere istituzionale - normativa scolastica - in un luogo dove parlare di scuola, far  parlare la scuola, dar voce a una comunità che forse, per numero e interessi coinvolti, è la più grande del Paese perchè riguarda milioni di famiglie, riguarda genitori e figli, dirigenti scolastici e docenti, personale non docente, Università e mondo della ricerca. Insomma tutte le persone e tutti i luoghi dove si studia, dove si sviluppa cultura e formazione, la è presente un pezzo di questa comunità che è in grado di contaminare ogni altra comunità o espressione e forza sociale, civile, culturale, economica e politica. Una comunità dalle straordinare potenzialità cui da sempre compete la funzione di "costruire" i cittadini adulti del futuro, le nuove classi dirigenti, i nuovi anelli della spina dorsale della Nazione, sul piano professionale, imprenditoriale, politico.
Per oltre vent'anni ho vissuto dall'interno anche il sistema politico-istituzionale e quello associativo-imprenditoriale e credo che sia quasi impossibile un rinnovamento dall'interno, cioè per autoconsapevolezza degli attori sulla necessità di cambiare...nell'interesse di tutti. Nella scuola, invece, è possibile educare e formare i cittadini-adulti del domani a quei valori di democraziapluralismo grazie ai quali si diventa e ci si sente cittadini dell'Europa e del Mondo e si hanno i titoli e le capacità per assumere responsabilità e per cambiare un sistema allo stato refratario al cambiamento. Per questo è nella scuola che può e che deve maturare un processo di cambiamento, che parta dall'istruzione che abbiamo scelto anche come titolo di copertina del primo numero del nuovo Informatore. Senza istruzione, senza cultura e senza formazione non ci sono prospettive per il futuro individuale e collettivo. L'istruzione, che significa conoscenza, emancipa l'individuo e le comunità, consente loro di comprendere e di valutare, cioè di scegliere. E questo è il principale timore di ogni dittatura, di ogni potere che si fonda sull'esclusione dei più dalla partecipazione. Ecco perchè è alla scuola e alle famiglie italiane che oggi spetta il compito più gravoso nella costruzione di una nuova Italia. Ecco perchè abbiamo scelto una formula editoriale e giornalistica che supporti questi attori nella loro impresa, riconoscendogli un protagonismo che significa capacità di farsi sentire ed ascoltare, di confrontarsi e di proporre, di analizzare e di criticare. Se la cultura, l'istruzione, la formazione restano ai margini del processo di crescita delle nuove generazioni allora non c'è futuro, nè può esserci perchè il futuro lo si costruisce innanzitutto con la conoscenza.
Mi auguro di riuscire a dare un piccolo, ma utile contributo, a questo progetto per l'Italia futura anche attraverso questo strumento che è aperto al contributo e alla collaborazione di chiunque abbia cuore le sorti del Paese e delle nuove e future generazioni per le quali intraprendiamo un percorso di "sostenibilità" con tutti i mezzi che abbiamo ancora a disposizione.

mercoledì 19 maggio 2010

Criminale è chi informa...non chi ruba! Lo ha deciso il Governo Berlusconi


Il Governo Berlusconi imbavaglia la stampa italiana, mortifica la libera informazione e fa un regalo gigantesco alla criminalità organizzata, camorra, mafia e ndragheta oltre a tutti i delinquenti abituali che hanno davvero il timore di essere intercettati e quindi scoperti nei loro loschi affari.
Ora il problema serio è che gli Italiani, al momento, non si rendono conto dei rischi che corre la democrazia per questi ed altri provvedimenti "spacciati" dal Governo per tutela della privacy o degli interessi dei cittadini.
Questo si chiama "Popolo della Libertà"!