mercoledì 25 novembre 2009

La normalizzazione di Berlusconi...le mafie che dominano la scena e un Paese che langue e delinque!

Alla fine Paolo Ruffini è stato silurato alla guida di RAI 3 e stupisce che il presidente Paolo Garimberti, adducendo motivazioni inconcludenti, abbia votato in favore della nomina di Di Bella. E' dura mantenere la barra a dritta!
Qui non si tratta di scegliere tra professionisti, piuttsto di non assecondare i "desiderata" del Capo del Governo che intende normalizzare l'informazione, narcotizzzare il Paese, esercitare un controllo assoluto sull'informazione, annullare la giustizia dopo aver svuotato le coscienze della cultura della legalità grazie alla quale un Paese può essere considerato tale e non una repubblica delle banane dove a comandarla sono le bande di affaristi e ladroni. Il suo è un progetto folle, quasi eversivo e ci dispiace doverlo rilevare...
Perchè Berlusconi sta portanto l'Italia allo sfascio?
E' questo l'interrogativo cui cerchiamo una risposta e stupisce che ampie fette dell'opinione pubblica non sembrano ancora accorgersi della gravità della situazione.
Le rivelazioni dei pentiti di mafia ormai sistematicamente tirano pesantemente in ballo il Premier, Parlamentari a  lui vicinissimi fino al Presidente del Senato Renato Schifani: e non parliamo della politica campana! Ma che vogliono questi pentiti e perchè stanno vuotando il sacco con le loro verità che, ci auguriamo, non siano la verità, perchè altrimenti l'Italia sarebbe letteralmente in mano alla Mafia, alla Camorra, alla Ndrangheta...
Genti illuminate non sottovalutiamo tutto ciò perchè, è chiaro, qualcosa deve essersi rotto in questo speciale equilibrio di rapporti e affari che intercorre tra pezzi dello Stato e le Mafie che, senza scrupoli, fanno la parte più sporca del lavoro rispetto a quello dei colletti bianchi. Ci sono verità che non vogliamo ascoltare perchè comportano l'assunzione di responsabilità e di decisioni, ci sono contraddizioni laceranti, ci sono morti e traditi che reclamano onore, rispetto, vendetta!
Le camorre vestano tanti panni e sono nelle istituzioni locali come ha evidenziato il Governatore della Banca d'Italia...Il guaio è che il Paese sembra aver perduto la capacità di indignarsi e delinque senza accorgersene, assumendo comportamenti mafiosi nella quotidianità. Questo è il vero danno che hanno prodotto e dal quale non sarà facile riprendersi!

martedì 17 novembre 2009

"ino"...il suffisso di cui liberarsi in Campania!

C'è un suffisso, "ino", di cui dobbiamo liberarci se vogliamo davvero promuovere la rinascita della Regione Campania: è il suffisso comune a Bassolino e Cosentino, ciascuno dei quali ha colpe e responsabilità tali - omettiamo i meriti che eventualmente pure possono vantare - da richiedersi una conversione a 180 gradi se vogliamo nutrire la speranza di una rinascita civile, sociale, culturale ed economica indispensabile per recuperare un protagonismo vero sugli scenari nazionali ed internazionali ad una delle più belle regioni d'Italia.
Questo suffisso ha condizionato e rischia ancora di condizionare la vita di questa Regione per cui i Partiti possono partire propria da questa "banale considerazione" per far largo a nomi e volti nuovi della politica regionale, magari senza incarichi parlamentari che sembrano più funzionali ad assicurare un "ombrello protettivo sul piano giudiziario in via preventiva" anzicchè costituire prestigio per l'Istituzione.
Nessuno in questi giorni ha risposto a un interrogativo che ritengo sia molto preoccupante per il futuro della Campania e di Napoli: il passaggio alle province, dal 2010, delle competenze in materia di rifiuti che potrebbe essere una delle ragioni per le quali occorre costruire un asse strategico tra regione, province ed enti locali.
Allo stato dell'arte nessuno degli "ino" sulla scena è in grado di dare garanzie, anzi!
Oggi discontinuità significa pure non utilizzare le primarie nel centro-sinistra per garantire continuità al sistema del Governatore! I timori espressi dall'On. De Luca da Salerno in questo senso sono comprensibili ed anche legittimi.
La Campania è alla vigilia della sfida conclusiva, quella più importante per restare in carreggiata! Se non cambiano uomini, idee e ambiti di riferimento siamo destinati a soccombere, senza prova d'appello perchè queste le si può consentire a chi ha almeno mostrato buon senso, non al popolo bue, di centro-sinsitra e di centro-destra che sia!

venerdì 13 novembre 2009

Meglio legiferare sull'esclusiva immunità del Premier...E in Campania occorre discontinuità rispetto a tutto!

E' stata una settimana di fuoco sul fronte giudiziario per le note vicende che hanno coinvolto l'On. Nicola Cosentino ed altri esponenti di primo piano del centro-destra nell'ambito di inchieste sui rapporti tra politica e clan dei casalesi. Sulla testa di Cosentino pende una richiesta di arresto presso la Giunta delle Autorizzazioni a Procedere della Camera dei Deputati, il dibattito si è infuocato e nuove proposte di legge sono state confezionate dai legali del Premier Silvio Berlusconi per "riformare" la giustizia.
Nasce così il "processo breve": praticamente se nello spazio di due anni il giudice non pronuncia la sentnza il processo salta.
Praticamente un'immunità generalizzata sulla quale si stanno registrando, per fortuna, le prese di distanza da un variegato mondo politico, ma non solo, che comprende lo stravolgimento delle regole democratiche che deriverebbe dall'introduzione di una siffatta norma.
Ormai è chiaro a tutti che il Premier è alle prese con un vero e proprio braccio di ferro con i giudici che si occupano dei suoi casi e teme il loro verdetto che, oltre ai problemi obiettivi che comporta, renderebbero impossibile la sua permanenza alla guida del governo.
Domanda: ma si può sfasciare ulteriormente l'Italia pur di assecondare un interesse personale del Presidente del Consiglio? A qiesto punto non resta meglio da fare che varare una legge ad hoc per renderlo immune dagli effetti di queste sentenze - se dovessero essere per lui negative - a patto però che abbandoni la vita pubblica e consenta al Paese di rimettersi in corsa uscendo dall'impasse in cui versa ormai da troppo tempo. Qui non si tratta di favorire una aprte a discapito dell'altra: si tratta piuttosto di prendere atto della situazione, di scongiurare un ulteriore forzatura del sistema democratico pur di assecondare gli interessi del Premier e creare le condizioni affinchè l'Italia non diventi per davvero una "repubblica delle banane".
Dopodichè il centro-destra sarà libero di scegliere un proprio leader, di presentarsi al Paese con un programma nuovo dove non venga tutto monopolizzato dagli interessi di uno solo. Idem per il centro-sinistra che potrebbe confrontarsi sui programmi puttosto che animare i "soliti siparietti" grazie ai quali riesce a far mancare i numeri in Parlamento pur di non votare a favore della mozione contro il sottosegretario Cosentino.
Si badi bene che qui si cerca soltanto di guardare a quello che è l'interesse generale del Paese, non quello di una o dell'altra o più parti del sistema politico italiano.
E veniamo al caso-Cosentino. Il sottosegretario all'economia e coordinatore del PDL campano sostiene di aver incassato la solidarietà di Berlusconi (mal comune mezzo gaudio) e di aver ottenuto il via libera per la candidatura alla presidenza della Regione Campania.
Non è vero, perchè se Berlusconi gli ha suggerito di tener duro per rappresentare nell'opinione pubblica un'immagine vincente e di perseguitato politico, dall'altro gli ha pure detto che la sua è un'incandidabilità oggettiva...A meno che non decida di voler sentir scattare le manette ai propri polsi ancor prima di insediarsi alla guida della Regione, perdendo quell'immunità grazie alla quale i politici sono "diversi dagli altri cittadini"!
Non siamo noi a doverci esprimere sulla colpevolezza o meno di Cosentino, ma certamente non vogliamo ritrovarci con un possibile presidente di regione che, eventualmente eletto dal popolo sovrano, riterrebbe per questo di essere al di sopra della legge, come fa Berlusconi.
In Campania il centro-sinistra ha governato male, forse malissimo soprattutto perchè si è mostrato incapace di una gestione democratica e trasparente, ma soprattutto è stato coinvolto in lungo e in largo in inchieste della Magistratura serie che ne hanno minato la credibilità.
La crisi del centro-destra però non può diventare l'alibi dietro cui nascondere la profonda esigenza di cambiamento che proviene dalla base, stanca del modo di governare la cosa pubblica da parte di un ceto politico particolarissimo sotto tutti i punti di vista.
Per questo il centro-destra ha bisogno di candidare persone credibili, pulite, all'altezza della sfida cui sono chiamate...Non è possibile che dopo Rastrelli in Campania non ci sono più persone perbene in quest'area politica per cui è il momento di uno scatto d'orgoglio per recuperare un prtoagonismo altrimenti irrimediabilmente perduto.

lunedì 9 novembre 2009

Sul crocifisso sono daccordo con Marco Travaglio, ma Scalfarotto (PD) dice no!

Il giornalista-scrittore Marco Travaglio è quello che, meglio di ogni altro nel tambureggiar dei cannoni fino alla squallida esibizione della Santanchè in televisione, ha espresso un'opinione suffragata da un serio ed ampio ragionamento sull'opportunità di non rimuovere dalla scuole e quindi da ogni altro luogo il crocifisso.
Su "Il fatto quotidiano" del 5 novembre ha scritto un editoriale dal titolo: "Ma io difendo quella croce" di cui riproponiamo i passi salienti.
"...Se dobbiamo difendere il crocifisso come , tanto vale staccarlo subito. Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare).
Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. E' da duemila anni uno sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L'immagine vivente di libertà e di umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all'ingiustizia, ma soprattutto di laicità ("date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio") e gratuità ("Padre perdona loro perchè non sanno quello che fanno"). Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all'asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai mussulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l'ideologia più pagana della storia, il nazismo - l'ha ricordato Antonio Socci - a scatenare la guerra ai crocifissi. E'significativo che oggi nessun politico nè la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo. Eppure basta prendere a prestito il lessico familiare di Natalia Ginzburg, ebrea e atea, che negli anni ottanta scrisse: "Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. E' l'immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l'idea dell'uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente...Perchè mai dovrebbero sentirsene offesi gli scolari ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato morto nel martirio come milioni di ebrei nei lager? Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli.
A me sembra un bene che i bambini, i ragazzi lo sappiano fin dai banchi di scuola". Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi e nessuno - ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia - si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso.
Ma, all'uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo. Forse la gerarchia è troppo occupata a fare spot per l'8 per mille, a batter cassa pe rle scuole private e le esenzioni fiscali, a combattere Dan Brown e Halloween e le manca il tempo per quell'uomo in croce. Anzi, le mancano proprio le parole. Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali".
E veniamo al battesimo politico del neo vice segretario nazionale del PD, Ivan Scalfarotto, che sull'argomento ha dichiarato: "...I crocifissi? Via dalla scuole e via soprattutto dai tribunali. la giustizia si amministra in nome del popolo italiano e deve essere uguale per tutti. Anche per i non cristiani".
Si metta daccordo con il suo segretario Pierluigi Bersani che appena qualche giorno fa aveva detto esattamente il contrario e cioè che il crocifisso deve rimanere nelle scuole...
Insomma questa "politica nuova" del PD comincia male, a nostro avviso, su argomenti delicati...E certe "promozioni politiche", come quelle di Scalfarotto, a nostro avviso sono discutibili perchè destinate solanto ad animare contraddizioni, ad accrescerne l'inaffidabilità rispetto a un elettorato che, sicuramente stressato da Berlusconi&Co, non riesce a guardare con fiducia a quest'area democratica ambigua, senza veder pregiudicati alcuni valori il cui recupero è essenziale per voltar pagina nel nostro Paese e guardare con più serenità al futuro.