venerdì 13 novembre 2009

Meglio legiferare sull'esclusiva immunità del Premier...E in Campania occorre discontinuità rispetto a tutto!

E' stata una settimana di fuoco sul fronte giudiziario per le note vicende che hanno coinvolto l'On. Nicola Cosentino ed altri esponenti di primo piano del centro-destra nell'ambito di inchieste sui rapporti tra politica e clan dei casalesi. Sulla testa di Cosentino pende una richiesta di arresto presso la Giunta delle Autorizzazioni a Procedere della Camera dei Deputati, il dibattito si è infuocato e nuove proposte di legge sono state confezionate dai legali del Premier Silvio Berlusconi per "riformare" la giustizia.
Nasce così il "processo breve": praticamente se nello spazio di due anni il giudice non pronuncia la sentnza il processo salta.
Praticamente un'immunità generalizzata sulla quale si stanno registrando, per fortuna, le prese di distanza da un variegato mondo politico, ma non solo, che comprende lo stravolgimento delle regole democratiche che deriverebbe dall'introduzione di una siffatta norma.
Ormai è chiaro a tutti che il Premier è alle prese con un vero e proprio braccio di ferro con i giudici che si occupano dei suoi casi e teme il loro verdetto che, oltre ai problemi obiettivi che comporta, renderebbero impossibile la sua permanenza alla guida del governo.
Domanda: ma si può sfasciare ulteriormente l'Italia pur di assecondare un interesse personale del Presidente del Consiglio? A qiesto punto non resta meglio da fare che varare una legge ad hoc per renderlo immune dagli effetti di queste sentenze - se dovessero essere per lui negative - a patto però che abbandoni la vita pubblica e consenta al Paese di rimettersi in corsa uscendo dall'impasse in cui versa ormai da troppo tempo. Qui non si tratta di favorire una aprte a discapito dell'altra: si tratta piuttosto di prendere atto della situazione, di scongiurare un ulteriore forzatura del sistema democratico pur di assecondare gli interessi del Premier e creare le condizioni affinchè l'Italia non diventi per davvero una "repubblica delle banane".
Dopodichè il centro-destra sarà libero di scegliere un proprio leader, di presentarsi al Paese con un programma nuovo dove non venga tutto monopolizzato dagli interessi di uno solo. Idem per il centro-sinistra che potrebbe confrontarsi sui programmi puttosto che animare i "soliti siparietti" grazie ai quali riesce a far mancare i numeri in Parlamento pur di non votare a favore della mozione contro il sottosegretario Cosentino.
Si badi bene che qui si cerca soltanto di guardare a quello che è l'interesse generale del Paese, non quello di una o dell'altra o più parti del sistema politico italiano.
E veniamo al caso-Cosentino. Il sottosegretario all'economia e coordinatore del PDL campano sostiene di aver incassato la solidarietà di Berlusconi (mal comune mezzo gaudio) e di aver ottenuto il via libera per la candidatura alla presidenza della Regione Campania.
Non è vero, perchè se Berlusconi gli ha suggerito di tener duro per rappresentare nell'opinione pubblica un'immagine vincente e di perseguitato politico, dall'altro gli ha pure detto che la sua è un'incandidabilità oggettiva...A meno che non decida di voler sentir scattare le manette ai propri polsi ancor prima di insediarsi alla guida della Regione, perdendo quell'immunità grazie alla quale i politici sono "diversi dagli altri cittadini"!
Non siamo noi a doverci esprimere sulla colpevolezza o meno di Cosentino, ma certamente non vogliamo ritrovarci con un possibile presidente di regione che, eventualmente eletto dal popolo sovrano, riterrebbe per questo di essere al di sopra della legge, come fa Berlusconi.
In Campania il centro-sinistra ha governato male, forse malissimo soprattutto perchè si è mostrato incapace di una gestione democratica e trasparente, ma soprattutto è stato coinvolto in lungo e in largo in inchieste della Magistratura serie che ne hanno minato la credibilità.
La crisi del centro-destra però non può diventare l'alibi dietro cui nascondere la profonda esigenza di cambiamento che proviene dalla base, stanca del modo di governare la cosa pubblica da parte di un ceto politico particolarissimo sotto tutti i punti di vista.
Per questo il centro-destra ha bisogno di candidare persone credibili, pulite, all'altezza della sfida cui sono chiamate...Non è possibile che dopo Rastrelli in Campania non ci sono più persone perbene in quest'area politica per cui è il momento di uno scatto d'orgoglio per recuperare un prtoagonismo altrimenti irrimediabilmente perduto.

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