C'è un suffisso, "ino", di cui dobbiamo liberarci se vogliamo davvero promuovere la rinascita della Regione Campania: è il suffisso comune a Bassolino e Cosentino, ciascuno dei quali ha colpe e responsabilità tali - omettiamo i meriti che eventualmente pure possono vantare - da richiedersi una conversione a 180 gradi se vogliamo nutrire la speranza di una rinascita civile, sociale, culturale ed economica indispensabile per recuperare un protagonismo vero sugli scenari nazionali ed internazionali ad una delle più belle regioni d'Italia.
Questo suffisso ha condizionato e rischia ancora di condizionare la vita di questa Regione per cui i Partiti possono partire propria da questa "banale considerazione" per far largo a nomi e volti nuovi della politica regionale, magari senza incarichi parlamentari che sembrano più funzionali ad assicurare un "ombrello protettivo sul piano giudiziario in via preventiva" anzicchè costituire prestigio per l'Istituzione.
Nessuno in questi giorni ha risposto a un interrogativo che ritengo sia molto preoccupante per il futuro della Campania e di Napoli: il passaggio alle province, dal 2010, delle competenze in materia di rifiuti che potrebbe essere una delle ragioni per le quali occorre costruire un asse strategico tra regione, province ed enti locali.
Allo stato dell'arte nessuno degli "ino" sulla scena è in grado di dare garanzie, anzi!
Oggi discontinuità significa pure non utilizzare le primarie nel centro-sinistra per garantire continuità al sistema del Governatore! I timori espressi dall'On. De Luca da Salerno in questo senso sono comprensibili ed anche legittimi.
La Campania è alla vigilia della sfida conclusiva, quella più importante per restare in carreggiata! Se non cambiano uomini, idee e ambiti di riferimento siamo destinati a soccombere, senza prova d'appello perchè queste le si può consentire a chi ha almeno mostrato buon senso, non al popolo bue, di centro-sinsitra e di centro-destra che sia!
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