Scuola al collasso con il Ministro
Maria Stella Gelmini che taglia altre risorse alla scuola privandola degli
strumenti necessari per la sopravvivenza:
cancelleria e soprattutto
carta igienica e
detersivi per assicurare il minimo, normale funzionamento di una struttura pubblica. Un qualsiasi pubblico esercizio che non disponesse di tali servizi per legge viene contravvenzionato e addirittura chiusa dall'autorità sanitaria. Figuriamoci che cosa si dovrebbe fare per le scuole dove quanto a igiene e sicurezza siamo all'anno zero!
E' una
situazione paradossale che dovrebbe indignare l'opinione pubblica nazionale perchè la massima autorità da cui dipendono le sorti della scuola, cioè dell'istruzione e della formazione dei bambini, dei ragazzi e dei giovani lavora con l'intento di mortificarne sempre di più le chance per il futuro.
Per i
docenti e i
dirigenti scoalstici si tratta di una doppia mortificazione: sul piano professionale e su quello didattico.
Come è possibile continuare a fare il proprio lavoro in queste condizioni di inagibilità generale?
Se non si reagisce e non si pretende una drastica inversione di rotta soprattutto in considerazione degli
sperperi sistematici di risorse finanziarie perpetrate dallo Stato e dai suoi molteplici organismi, c'è il rischio per l'Italia di uscire fuori dal novero delle nazioni moderne.
E' nefasta questa politica del
centro-destra sulla scuola: ormai è chiaro l'intento di far crollare dopo il sistema giudiziario anche quello dell'istruzione pubblica: di fronte a questo progetto scellerato, apparso in tutta evidenza in occasione della convention napoletana promossa da
Italia Futura, la fondazione di Luca Cordero di Montezemolo, non possiamo che auspicare una
forte rivolta delle coscienze.
Diversamente, nell'oblio della conoscenza in cui sta piombando il Paese, corriamo il rischio di un
declassamento non solo socio-economico, ma anche culturale delle nuove generazioni.
Non ci possono essere visioni ideologiche, appartenenze partitiche e interessi da difendere per giustificare l'
acquiescenza a questa dittatura. E' il momento di suonare un
campanello d'allarme per la salvaguardia degli interessi nazionali messi veramente a rischio da queste politiche scellerate.
Riportiamo l'articolo di Repubblica del 22/01/2010:
"Presidi sull'orlo del collasso. Lo scorso 14 dicembre il ministero dell'Istruzione ha comunicato alle scuole le modalità per compilare il cosiddetto Programma annuale (quello che una volta si chiamava Bilancio) e, dopo due semplici conteggi, dirigenti scolastici e Direttori dei servizi amministrativi (un tempo chiamati segretari) si sono accorti dell'ennesimo taglio alle risorse delle scuole. Nel 2010 diventerà ancora più difficile nominare i supplenti e provvedere alle spese di funzionamento per acquistare carta igienica e detersivi per le pulizie, così come materiale di cancelleria. Una cosa è certa: l'ulteriore stretta sui già risicati budget scolastici ha ricompattato lo sfilacciato fronte sindacale della scuola. In una lettera inviata al ministero lo scorso 19 gennaio Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals Confsal e Gilda degli insegnanti hanno chiesto a Giovanni Biondi, capo dipartimento per la Programmazione di viale Trastevere, e al collega Marco Ugo Filisetti, direttore generale per la Politica finanziaria e pper il Bilancio, "un incontro urgente per discutere sui finanziamenti alle istituzioni scolastiche e sulle problematiche sollevate dalla recente nota ministeriale sul Programma Annuale 2010". "Le nostre scuole - scrive la Cisl scuola in una nota - sono ancora una volta costrette a fare i conti con una drammatica mancanza di risorse. La nota/circolare inviata dal Miur lo scorso 14 dicembre - continua - ha un unico pregio: quello di restituire, con evidenza quasi fotografica, l'immagine desolante delle difficoltà che ancora una volta segnano la gestione delle istituzioni scolastiche; difficoltà per le quali non è prospettata, né si intravede, alcuna soluzione". Più netta la posizione della Flc Cgil che parla di scuola "messa a soqquadro da una circolare inapplicabile" che obbliga le scuole "ad agire nell'opacità, senza trasparenza eludendo la veridicità dei dati. Di violare i vincoli giuridici ed etici che debbono contraddistinguere le gestioni pubbliche dello stato". "Le scuole non possono stare al gioco di chi vuole mettere a soqquadro la scuola pubblica obbligando i genitori a finanziarla per intero". Per il 2010, il ministero assegnerà un budget onnicomprensivo, calcolato sulla base di alcuni indici diversi da scuola a scuola: numero degli alunni, numero delle classi e altri parametri. Ma "una volta detratte dalla dotazione annuale le risorse relative al Fondo d'istituto, la spesa per i contratti di pulizie (decurtati del 25 per cento) e, per gli istituti d'istruzione secondaria superiore, l'importo per gli esami a carico delle classi terminali", scrive al ministero Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale presidi, nella disponibilità" degli istituti restano "esigue differenze che dovrebbero coprire le spese per le supplenze brevi e il fabbisogno per il funzionamento".
Ma c'è di più. Il ministero, senza confrontarsi con nessuno, ha deciso di congelare il miliardo di euro di crediti che le scuole italiane vantano nei confronti del ministero per spese spesso già sostenute e di decurtare del 25 per cento i contratti di pulizia nelle scuole a favore delle cooperative esterne Decisione che ha indotto il direttore regionale della regione Piemonte, Francesco de Sanctis, alla clamorosa decisione di prorogare al 28 febbraio il termine ultimo, stabilito dal ministero, per la trasmissione del bilancio. "Si comunica che a seguito delle difficoltà rappresentate da codeste istituzioni scolastiche in relazione all'applicazione della riduzione del 25 per cento delle spese per i contratti di fornitura dei servizi di pulizia, lo scrivente ha avanzato al Miur richiesta di modifica di quanto sopra", stabilendo di fare slittare i termini dal 15 al 28 febbraio.
Ma il ministero fa orecchio da mercante. "Il rischio concreto che si corre - spiegano i dirigenti scolastici aderenti all'Asal (l'Associazione delle scuole autonome del Lazio) - è che le scuole interrompano, più o meno bruscamente, la sostituzione dei docenti assenti con la conseguente lesione del diritto all'istruzione degli alunni, oppure che le scuole continuino a nominare i docenti supplenti" o che, nominandoli ugualmente, si incrementerà il credito nei confronti con l'amministrazione e il contenzioso con i supplenti cui non fosse corrisposta la remunerazione dovuta. Questa seconda ipotesi si è già verifica". E scarseggeranno fogli di carta e toner per le stampanti, così come i detersivi per pulire i locali".