Da pochi minuti si è concluso "Ballarò" su RAI 3 e il Comitato di Vigilanza della RAi ha emesso un comunicato che inibisce la messa in onda di programmi a contenuto politco da qui alle elezioni. In questo modo si inibisce il diritto dei cittadini di essere informati non solo dei temi strettamente connessi alla competizione elettorale, ma anche di quelli inerenti la polemica politica. Se questa non si chiama censura, allora il processo di esclusione della pubblica opinione dal confronto sull'attualità è quasi perfettamente compiuto. Si deve alzare un grido di dolore nei confronti di questo ennesimo sopruso perpetrato dalla nomenclatura politica ai danni della nostra comunità. Solo Governanti corrotti possono pretendere l'ignoranza del popolo, la non conoscenza dei fatti, delle circostanze, degli uomini e delle donne che ogni giorno sopravvivono al processo di manipolazione culturale che attenta alla nostra integrità socio-culturale-sanitario.
L'intrusione sistematica della politica nella quotidianità del cittadino sta producendo un effetto devastante per le coscienze e per la civiltà del nostro tempo, rischiando di mandare all'aria ogni progetto di innovazione in primo luogo culturale del contesto locale.
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