Oggi è la giornata del "bavaglio autoimposto" col quale il mondo dell'informazione intende denunciare, nella sua quasi totalità, i rischi connessi all'approvazione di questa legge-bavaglio per la quale effettivamente saranno introdotte norme molto restrittive e penalizzanti ai fini di un corretto e completo esercizio di informazione e quindi di critica che rappresenta l'anima della professione giornalistica.
Giornalisti nel mirino, ma anche Editori i quali sicuramente da questa legge fatta da un Premier Imprenditore e al momento anche titolare della delega alle attività produttive ricavano danni e limiti alla loro attività imprenditoriale sotto molteplici aspetti.
Per la Magistratura e per le Forze di Polizia le conseguenze sono altrettanto gravi perchè ne mortificano l'azione di contrasto al crimine organizzato (camorra, mafia, 'ndragheta, delinquenza comune) e al nuovo crimine organizzato rappresentato dalla politica-connection che ogni giorno e in ogni settore lucra ai danni del Paese che è ostaggio di un sistema politico corrotto e quindi incapace di dare le risposte alla gente in termini di azioni di governo, tutte subordinate alla salvaguardia degli interessi della lobby di potere trasversale che ormai occupa in modo stabile lo Stato. Sul fronte dell'opposizione parlamentare c'è ormai un vuoto quasi assoluto frutto di un'incapacità di organizzare una controffensiva sostenuta da idee forti e condivise, ma anche dai tanti errori che l'attuale opposizione ha commesso quando è stata al governo e quando altrettanto male ha operato non solo rispetto al mondo dell'informazione, ma in quasi tutti i campi.
Insomma un'Italia che non sa più indignarsi, incapace di difendersi dalla pervadenza ossessiva di un Capo del Governo che, forte delle proprie ricchezze, compra tutto e tutti.
In questa giornata di silenzio ovviamente non hanno scioperato le testate sotto controllo berlusconiano o di diretta proprietà. La scelta di questo silenzio non è stata la forma di protesta più efficace, ma forse era la sola che poteva far registrare un'adesione massiccia.
Abbiamo allora letto una testata del fronte "crumiro", quello che non aderisce allo sciopero per ragioni di bottega...LIBERO, il quotidiano diretto da Maurizio Belpiero, che ci ha tenuto a evidenziare che sulla questione delle intercettazioni bisogna assolutamente evitare che la vita privata degli indagati finisca in pasto all'opinione pubblica ed ha discettato sull'argomento per avvalorare la tesi dei sostenitori della legge-bavaglio.
Quello che invece mi ha colpito di più è l'articolo firmato da Giampaolo Pansa e intitolato: "Le radici dell'odio contro Berlusconi". Ebbene Pansa, giornalista e scrittore di cui ho sempre avuto stima e anche amicizia personale, mi sembra ormai preda di un revisionismo intellettuale pro-Berlusconi che non ha ragion d'essere per l'uomo e per il giornalista che è stato e che è Pansa il quale pure è riuscito, con i suoi romanzi storiografici, a rappresentare una lettura diversa dell'Italia fascista e del dopoguerra dando così un prezioso contributo all'affermazione della cosiddetta verità storica. Il troppo, peràòè troppo...Non ce lo vedo Pansa nei panni di un Bondi, di un Ferrara e di tutte quelle espressioni intellettuali di sinistra (con la buona pace di Daniele Capezzone che è semplicemente una figura di merda vivente per quello che dice e per come lo dice, non rendendo neanche un buon servizio al Padrone!) approdate alla corte del Premier-Caimano...
Non è possibile sostenere le 5 ragioni del presunto odio verso Berlusconi tutelandosi dietro il fatto di aver chiesto, qualche giorno prima, a Berlusconi e a Bossi di dimettersi...Con tutto il rispetto per l'amico Giampaolo, del suo invito Berlusconi se ne fa un baffo come dei centinaia di articoli che ha scritto in altre stagioni. Il problema vero è proprio invece la capacità di contaminazione che Berlusconi conferma di avere nei confronti di qualunque cosa e di qualunque persona. Sarà il fascino del potere, saranno i soldi con cui può comprare tutto, saranno le sempiterne virtù amatorie complice la meccanica di una "pompetta gonfia pene" (post intervento alla prostata), quest'uomo fa il bello e il brutto dell'Italia, ma soprattutto fa i porci comodi suoi delle istituzioni repubblicane e dello Stato in tutte le sue forme ed espressioni...
Questo non ci sta bene che lo faccia Berlusconi o che lo faccia chiunque altro, a prescindere dalla collocazione politica (?).
Quant'è brutta quest'Italia...Eppure Berlusconi ha prestato la propria voce allo spot di promozione televisiva del Ministero del Turismo (Brambilla) e nessuno grida allo scandalo? Ma vi sembra possibile che l'Italia e gli attori principali del turismo debbano affidare alla voce del Capo del Governo la promozione di luoghi e bellezze del nostro territorio? La megalomania assoluta di quest'uomo, assecondata in modo assolutamente acritico dalla corte, lo rende sempre più simile a Nerone...
Questo è il pericolo che anche il buon e vecchio Pansa mostra di non voler vedere...forse per ragione di pensione!
Nessun commento:
Posta un commento