L'anno scorso un Parlamentare del PDL mi raccontava dello stato di frustrazione che si vive "alla corte di Silvio" dove non conta il lavoro che fai e i voti che sei capace di raccogliere grazie al costante rapporto con gli elettori, tanto più per chi ancora deve fare i conti con la preferenza (elezioni regionali ed europee)!
Lui a tessere le lodi delle sue giovani deputate europee che meritavano di essere valorizzate per la loro costante presenza parlamentare, addirittura di domenica...Loro a spiegargli, infruttuosamente, che forse la ragione di tale puntualità andava ricercata soltanto nelle diarie quotidiane che vengono riconosciute e accreditate sui loro conti correnti dall'Amministrazione del Parlamento UE.
Insomma punti di vista opposti in un Partito che partito non è mai stato e che funziona con l'unica regola che il suo leader consoce e riconosce: la cieca obbedienza al Capo in quanto datore di lavoro.
Questo è un dato oggettivo che nessuno può negare, tanto più se si considera che, una volta fuoriusciti dal PDL i finiani che pur alimentavano una dialettica interna, non c'è più alcuna voce dissenziente che si alzi nel PDL come avviene normalmente in qualsiasi forza politica tradizionale e democratica.
Nel PDL non è così...Non può essere così perchè le sorti di ciascun Deputato o Senatore sono legate alla volontà del Capo: chi sbaglia paga e quindi l'esercizio in cui si producono quotidianamente e fosennatamente i dipendenti di Berlusconi è soltanto quello di compiacere il Capo con azioni parlamentari, governative, oppure con prese di posizioni pubbliche da parte di chi opera nelle aziende, soprattutto mediatiche, del Padrone. Questo è il circo barnum che si alimenta ogni giorno con le più fantasiose iniziative e dichiarazioni rese per compiacere un Berlusconi sempre più costretto a fare i conti con la propria immaturità democratica e impreparazione costituzionale che lo trasformano in una mina vagante la quale, per difendere sè stesso, non esita a turbare e a sconvolgere qualsiasi equilibrio tra i poteri istituzionali in dispregio di regole, consuetudini, buon senso e soprattutto degli interessi reali del Paese. Ora questo modo di concepire il governo del Paese, la gestione del potere, sta devastando la democrazia italiana danneggiando irreparabilmente oltre al Parlamento, la Magistratura e la cultura della legalità del Popolo, gli Organismi di Garanzia concepiti per la tutela del pubblico interesse e invece asserviti alle volontà del Capo, l'informazione pubblica, RAI in testa, usata per i propri interessi e, come azienda, portata deliberatamente allo sfascio pur di assecondare gli interessi del Premier che ha bisogno dell'unanimismo informativo per tentare di scongiurare il fallimento della sua politica e della sua azione di governo, oltre che per tutelarsi contro le iniziative dei giudici. Predica che vuole un processo breve, cioè che riduca le attese dei cittadini i quali devono poter contare su una giusta celerità della giustizia...Per lui però i giudici di Milano, anche in ossequio a questa visione del processo cui si ispira il Premier, hanno chiesto il processo direttissimo...E lui che fa? Non si vuole presentare dai giudici per rendere conto del proprio operato come fa ed è costretto a fare qualsiasi cittadino sottoposto alle leggi e ossequioso del diritto. Lui invece pretende di decidere chi sia il suo giudice e fa in modo che sia soltanto quello che può assolverlo preventivamente all'analisi dei fatti contestatigli. Come si fa ad accettare questo stato delle cose se non da chi è evidentemente portatore, anche in minima misura, di una medesima visione dello Stato di diritto come sancito dalla nostra Costituzione? Soltanto chi non ha cultura della legalità e desiderio di salvaguardare i generali interessi può condividere questo modo di intendere la politica, il governo, la giustizia, lo stato...
Qui non si tratta di contrapporre ideologie o consorterie opposte a quelle berlusconiane! Qui si tratta di avere saldi i principi fondanti dello Stato Italiano e di pretendere da chiunque indistintamente il rispetto delle regole nel supremo interesse della Nazione. E questa vision è patrimonio di gente di sinistra come gente di destra o di chi, sempre in numero crescente, non si identifica nè con l'una nè con l'altra parte! Coloro che cancellano tutto ciò e asservono pensiero e azione agli interessi e voleri del Capo sono nemici del Paese: Questo è un dato di fatto, perchè questi comportamenti sono lesivi di tutti gli interessi, non solo di chi politicamente ed elettoralmente è avversario di Berlusconi. Morto il Re...Viva il Re...Ma non si può attendere un nuovo Re lasciando che il tiranno devasti irrimediabilmente quello che una volta era il Belapaese e che oggi assomiglia sempre di più alla cloaca massima? Assolutamente no e bisogna cogliere il senso della riflessione di Saviano quando ci spinge a conquistare alla causa comune chi sta sul fronte opposto, cioè chi ancora pensa (o si illude) che Berlusconi sia un buon governante e operi nell'interesse della Nazione. Ora i suoi dipendenti nell'informazione, alla Rai a Mediaset e sulla stampa, sono passati all'attacco del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha severamente richiamato Berlusconi al rispetto della legge e del ruolo che ricopre facendogli capire che se continua nello scempio istituzionale si aprono le porte delle elezioni in quanto devastare il Paese come lui sta facendo significa tradire il giuramento di fedeltà alla repubblica e alla sua costituzione su cui il Premier ha giurato nella mani del Presidente. Berlusconi però se ne frega e continua nella sua pervicace azione demolitiva del sistema democratico...E chiaro che un Paese sano e maturo non ne può più di stare a guardare oltre se non intende assecondarne lo scellerato operato fascista.
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