lunedì 14 novembre 2011

Caduto Berlusconi, ora si tratta di ricostruire l'Italia...Evitiamo altri errori!

Perchè commento dopo 48 ore le dimissioni di Silvio Berlusconi dalla carica di presidente del consiglio con la conseguente caduta del suo governo, la crisi che ne è scaturita e l'incarico a Mario Monti di formare il nuovo governo? Per la semplice ragione che, mai come in questo momento, occorre riflettere e agire con estrema cautela da parte di tutti gli attori in campo, sull'esempio del Capo dello Stato unica reale garanzia di terzietà, di affidabilità e di rispetto degli interessi nazionali. La caduta di Berlusconi non può essere considerata alla stregua di analoghe vicende che si sono susseguite nel corso dei decenni di storia italiana e di politica repubblicana, perchè ci troviamo di fronte a un "politico anomalo", a un Parlamento anomalo nella sua composizione e rappresentatività, a un ceto politico in gran parte privo di ogni senso istituzionale perchè interessato esclusivamente a curare i propri interessi nel contesto di quelli della propria parte politica.
Pertanto, nell'attesa e con l'auspicio che il prof. Monti riesca a sciogliere la riserva formando un governo autorevole che sappia affrontare le sfide che l'attendono, è bene ragionare su alcuni errori che anche in questa circostanza sono stati commessi. Non già da Berlusconi, che non ha avuto altra scelta dal dimettersi dopo aver portato l'Italia sull'orlo del precipizio, quanto da chi gli sta attorno ed anche dell'opposizione nelle sue diverse espressioni. I primi, cioè l'entourage del Capo del PDL, non hanno compreso che l'uscita di scena di Berlusconi può rappresentare la grande occasione per "normalizzare il centro-destra" e per inaugurare una nuova stagione di confronto, anche aspro, ma giocato con regole condivise e al di fuori della straordinaria logica di personalizzazione del dibattito politico che ha impedito lo sviluppo di qualsiasi politica di centro-destra degna di questo nome. Piuttosto è stata attuata una politica a tutela dei propri interessi, anche di quelli più sfacciatamente sporchi. I secondi, cioè l'opposizione, hanno esagerato nell'affondare il coltello nel fianco dell'avversario morente con l'intento di umiliarlo, perchè l'hanno indotto a reagire col rischio di compromettere in partenza il tentativo di Monti di formare il nuovo governo. Vincere fa parte del gioco, stravincere è sbagliato e in qualche caso anche fuori luogo, come lo è stato il discorso in Parlamento dell'On. Franceschini.Ci sono momenti in cui una parola non detta può valere molto più di tanti discorsi e non pregiudicare un percorso così difficile come quello che ha di fronte a sè l'Italia. Ora, poichè non possiamo evidentemente essere accusati di filo-berlusconismo, siamo dell'avviso che ci sia stato qualche eccesso di troppo nelle valutazioni espresse dall'Opposizione sulle dimissioni di Berlusconi, quel tanto "in più" che ha reso più difficile il compito di Monti e soprattutto meno proiettato nel futuro. Secondo errore dell'opposizione è stato quello di non essersi immediatamente "sintonizzata" con il sentimento della maggioranza degli Italiani che, stressati oltre ogni limite da questo permanente scontro politico-istituzionale, sono disposti a fare ulteriori sacrifici solo in nome di un risanamento reale messo in opera da chi ha titoli, competenze e credibilità per tradurlo in atti legislativi vincolanti per tutti. Di Pietro e parte del PD hanno chiaramente interesse che il governo-Monti duri il meno possibile; altrettanto quella parte del PDL e la Lega che vogliono raccogliere le rendite di posizione elettorale derivantigli dall'essere stati al governo e che invece possono affievolirsi o addirittura dissolversi se il governo dovesse durare un anno e mezzo, cioè fino al 2013. La maggioranza degli Italiani non vuole andare a votare per rieleggere un Parlamento di "nominati dai partiti e dai boss di partito"; la maggioranza degli italiani vuole riappropriarsi del proprio diritto di scegliere l'eletto affinchè gli renda conto del proprio operato e si meriti il voto! La maggioranza degli italiani non ne vuole sapere più di liti e scontri di una Casta cui non manca nulla, che gode di prebende e benefici inimmaginabili e che usa la politica e le cariche pubbliche per puro fine personale, privato! Per votlare questa pagina, però, ci vuole un governo che governi e restituisca protagonismo reale all'Italia, internamente e all'estero. C'è bisogno di poter aver fiducia in chi ci governa se vogliamo guardare con speranza al futuro dei nostri figli. Tutto questo oggi la politica non ce lo offre e quindi meglio avviare il risanamento e poi fare la nuova legge elettorale grazie alla qual si potrà eleggere il nuovo Parlamento, non più casta! Se tutto ciò non avviene, allora il rischio di una degenerazione del sistema in conflitto sociale potrebbe non essere scongiurabile! Basta con i calcoli politico-elettorali-clientelari. ora è il momento di lavorare tutti insieme per il bene del Paese e poi riscrivere le regole della politica per andare alla urne. Infine sulle scene di piazza. In fondo ha ragione l'ex ministro Giorgia Meloni: è un diritto dei cittadini quello di protestare, anche veementemente...L'importante è che la classe dirigente del Paese osservi un distacco e una indifferenza rispetto a tali comportamenti per poter esercitare la propria funzione forte di quell'autorevolezza che non ha bisogno di volgarità, nè di minacce, nè di vendette per essere svolta fino in fondo con la più assoluta legittimità e credibilità!

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