Facendo una ricerca su Piano di Sorrento ho ritrovato una copia del giornale "Il Carottese" del 1990 (Gennaio-Febbraio) in cui è stata pubblicata una poesia scritta da Papà intitolata "La stampa indipendente", un tema che, evidentemente, anche allora era molto sentito e non ha mai finito di essere attuale come le considerazioni che possiamo fare dalla lettura di questo brano.
La stampa indipendente
non è fatta di carta.
Non è un quotidiano
nè un settimanale
nè tanto meno un mensile.
La stampa indipendente
non è un manifesto
nè un volantino
nè, tanto meno
la RAI-TV.
Non è un canale privato.
Berlusconi non c'entra.
La stampa indipendente
è la faccia della gente
che torna a casa dal mercato
con la busta di plastica,
che sta in fila negli uffici
senza avere soddisfazione,
che non riesce a quadrare il bilancio,
che non trova medici competenti
nè infermieri premurosi
nè casa per i figli.
La stampa indipendente
è la faccia dei miliardari,
è la faccia dei disoccupati,
è la strada come una jungla
di piccoli e grossi delinquenti,
tra topacci e discariche puzzolenti.
Parlano come stampa indipendente
i prepotenti nei vagoni no smoke,
con i piedacci sui sedili,
e quei giovanottelli alla deriva
che imbrattano i muri
ed amoreggiano stanchi
qua e là come randagi.
La stampa indipendente
è la faccia maligna del potere,
dell'elettore stanco e sfiduciato,
del mafioso destinato alla lupara,
dell'onorevole menefreghista
e sornione
dopo le promesse demagogiche
delle ultime elezioni
(e delle penultime!).
La stampa indipendente
sono gli Italiani
che si insultano a vicenda,
si derubano e si uccidono.
La stampa indipendente
è fatta di fatti
che stanno imparando a leggere
specialmente gli analfabeti.
Paolo Califano