giovedì 25 giugno 2015

Caro Papà, buon compleanno...

Caro Papà,
oggi avremmo dovuto festeggiare il tuo 86° compleanno, l'occasione sempre attesa per riunirci tutti insieme a casa con Te e Mamma in questo mese di Giugno da sempre un concentrato di feste, compleanni e onomastici, fino al 9 luglio, l'anniversario di matrimonio e ancora il 10 compleanno e onomastico di Silvana aspettando il 26 di luglio per la festa di Sant'Anna. Ma Giugno è stato per tutti noi il mese delle tue feste: il 25 la nascita, il 29 l'onomastico. Puntuale, nel darci appuntamento all'anno venturo, scherzavamo sull'interpretazione esatta da dare alla festa di compleanno: il giorno, cioè, in cui si compie l'anno o piuttosto quello, come sosteneva lo Zio Pasqualino con caparbietà, il giorno in cui si conclude l'anno e si dà praticamente inizio a quello successivo. Se optiamo per quest'ultima interpretazione l'anno scorso allora avremmo festeggiato l'ingresso nell'86° anno d'età spegnendo le candeline dell'85.

Era il nostro modo per esorcizzare il tempo e soprattutto per ricordarci, a dispetto dell'infermità che ti aveva inchiodato per tanti anni su una seggiola, che Tu volevi vivere a lungo, molto a lungo per Mamma e per tutti Noi, per aiutarci... Passavano così in secondo piano la tua infermità e le tue sofferenze perchè col tuo sorriso anche ironico ci trasmettevi la serenità del Padre e del Capofamiglia. Essendo Tu un amante del silenzio, della quiete tuoi compagni per lunghe meditazioni (ora che non potevi più fare le tue passeggiate per strade e stradine del Paese e della Penisola dopo che erano state pure sventrate dal cemento) rispetto al frastuono della vita quotidiana, "...almeno quando morirò, lì al Cimitero, starò in pace, in silenzio, ad ascoltare solo il canto degli uccellini e le preghiere dei viventi!" 

Non a caso, sempre quando potevi, le tue visite al Cimitero rappresentavano un momento di serenità, un ritorno al passato che quand'ero più piccolo e ti accompagnavo mi raccontavi attraverso i volti e i nomi di parenti, amici e conoscenti impressi sulle croci e sui loculi. Solo quello di Tuo Papà non potevi rivedere, per versarci una lacrima e dire una preghiera! Tuo Padre l'aveva inghiottito il mare... forse per questo lo amavi tanto e mi raccontavi delle tue lunghissime nuotate da un capo all'altro da Punta Scutolo al Capo di Sorrento, immergendo la testa e scrutando nelle acque dove forse immaginavi di poter rivedere il volto caro di Nonno Vincenzo. Quando stamattina sono venuto al Cimitero a trovarti, accendevo e sisetmavo al riparo dal vento i lumini per evitare che si spegnesse la fiamma e nel frattempo recitavo una preghiera. Ad un tratto sono stato sopraffatto dagli schiamazzi di tre Signore una delle quali con un bimba piccola tra le braccia. Ad occhio e croce mi è sembrato si trattasse di una nonna con figlia e nipote con tanto di pronipotina. 

Le tre donne hanno urlato, riso, alzato la voce quasi fossimo al mercato mentre cercavano di far sorridere la bimba, di pulire il marmo e di innaffiare una pianta sulla tomba del proprio caro. Mi è sembrato di vivere la scena di un film, con quelle voci stridule e pure cafone che sicuramente ti avrebbero ispirato una delle tue poesie sui nostri tempi e sui costumi. Neanche qui, al Cimitero, puoi stare in pace perchè, ora che lo frequento spesso, ne sento di tutti i colori e ho scoperto che per la gente è un'occasione per socializzare, per parlare di qualsiasi cosa e anche di gridare! Chissà se è la stessa cosa all'altro mondo! A un certo punto sono andato via, ti confesso, anche un po' infastidito da tanta incuria per il luogo e per chi vi dimora. Sceso a Piano mi sono intrattenuto a parlare con un amico quando all'improvviso mi è passato accanto il figlio di una tua cugina che mi ha fermato e mi ha detto: "Auguri per Papà!". L'ho guardato e gli ho detto: "...Ma Papà è morto!". Mi ha risposto: "E che c'entra!".

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