E chi se l'immaginava di ritrovarsi, all'improvviso, in una situazione di quasi coprifuoco! Come "ai tempi della guerra" di cui, per noi generazione degli anni 60/70, ci raccontavano i nostri genitori che l'avevano vissuta senza riuscire mai a cancellarne il ricordo e in qualche caso le ferite!
Senza la drammaticità delle bombe, del sangue e della morte violenta stiamo prendendo coscienza di che cosa può significare dover rinunciare ad alcune, o a parecchie, delle nostre libertà, delle nostre consuetudini date sempre per scontate.
Oggi invece scopriamo che scontate non lo sono affatto, perchè sono state sospese "per il bene comune", cioè per quel valore di cui questa società ha perduto consapevolezza!
Se vogliamo salvarci, allora, dobbiamo tutti sacrificarci per il bene comune, tutelando noi stessi nel disciplinare rigorosamente i nostri rapporti col prossimo.
Intanto, come in guerra, sfuma il lavoro e con esso il reddito. Come in guerra dobbiamo fare i conti con quello che è essenziale e che ci serve per garantirci la "sopravvivenza".
Ai giovani in guerra si chiedeva di andare a morire: oggi a loro si chiede di compiere un altro sacrificio: sopportare alcune rinunce di vita sociale per tutelare la salute e la vita dei più esposti al contagio: che sono gli anziani, i loro anziani, genitori e nonni, i pilastri socio-economici delle famiglie!
Un sistema sanitario sotto stress non è in grado di assicurare a tutti l'assistenza necessaria in caso di bisogno! I medici potrebbero essere costretti a scegliere chi curare e chi no nelle rianimazioni!
Proprio come avveniva in condizioni belliche, sui campi di battaglia, quando i feriti venivano soccorsi e curati in base alla gravità del danno subito e quelli più gravi, quelli senza speranza, passavano in dietro, candidati alla morte per il "sadico gioco" di una scelta obbligata che morde le coscienze, ma che è, appunto, obbligata!
Piuttosto cogliamo l'occasione per trasformare questa emergenza in una specie di esercitazione collettiva, come quelle che peridicamente si fanno per prepararsi a fronteggiare un incendio, un terremoto o qualunque altra calamità naturale.
Con la differenza che questa volta la scenografia non è quella di "Scherzi a Parte", ma la nuda e cruda realtà!
Forza e coraggio!
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