Domani 21 marzo compio 61 anni e avverto una sensazione stranissima che mi accompagna da quando nel 2020 ho compiuto i 60! Un'età in cui si tirano i bilanci della propria vita, o almeno si comincia a farlo. Dopo quello che mi è capitato l'anno scorso con la covid-19 di cui, a distanza di mesi, porto ancora le tracce fisiche a causa di diversi malesseri con cui continuo a combattere, mi accorgo che è cambiata la mia agenda quotidiana. Di bilanci di vita, mi sono convinto, non c'è fretta a tirarne. Perchè la vita, come ci è stata donata, così possiamo perderla senza avere neanche il tempo di rifletterci nè di difenderci! Il bilancio con la nostra coscienza, quello si, dobbiamo sempre tenerlo aggiornato per essere pronti a presentarci al cospetto del Creatore e dargli conto di come abbiamo impiegato il dono che ci ha fatto!
Papà continuerà a scrivere le pagine di questo diario fino a quando me ne fa dono lunedì 6 febbraio 1967 quando scrivo per la prima volta di me su questo quaderno, imparando così a coltivare l'amore per la scrittura e soprattutto a sviluppare la capacità di autoanalisi, l'attitudine all'osservazione, l'abitudine a raccontare, peculiarità che mi hanno accompagnato ininterrottamente da quel giorno in avanti. Mi sono innamorato delle penne, lo strumento col quale ho vergato migliaia di pagine, non solo quelle dei diari, e che sono il regalo cui più tengo e che più mi piace ricevere.
Verrà un giorno in cui le persone non sapranno più scrivere, ne sono convinto, e la penna sarà considerato il residuato di un'epoca dove non solo si imparava a scrivere, ma ci si preparava ad affrontare la vita con gli strumenti basilari della formazione: leggere e scrivere oltre, ovviamente, ragionare!
Il secondo ricordo che mi piace condividere in occasione di questo mio 61° genetliaco è l'ultimo tema assegnatomi da Papà in preparazione dell'esame di terza media il 15 giugno 1973: "Se fossi ricco". Rileggerlo a distanza di 48 anni mi ha permesso di verificare se ho conservato quelle idee e quei valori su cui mio Padre mi induceva a riflettere da quando ho cominciato a interagire con lui sin dalla mia più tenera età e che oggi ritrovo nelle pagine di questi diari incontrando come protagonisti anche parenti ormai scomparsi, altri con cui sono cresciuto insieme ai miei fratelli, altri ancora con cui i rapporti si sono esauriti nel tempo e anche per la distanza.
Rileggere queste pagine fa un certo effetto e fra i tanti parenti di cui ho scritto ritrovo mia zia Lina, la sorella di Papà oggi prossima ai novant'anni, verso la quale ho nutrito (e nutro) un affetto straordinario perchè ai miei occhi ha sempre incarnato l'immagine di una modernità affascinante rispetto ai tempi in cui sono cresciuti lei e Papà e di cui mio padre mi ha tanto narrato nelle nostre lunghe passeggiate mentre ai racconti si alternavano le interrogazioni di italiano, di storia, di matematica per mantenermi in esercizio.
Mi ha sempre impressionato tanto questa storia e, sfogliando le pagine di un diario di Papà, mi sono imbattuto nelle poche righe che descrivono il momento in cui un Carabiniere si recò a casa loro a portare la notizia della morte di Vincenzo a sua moglie Teresa.
Papà immortala questo momento e non sfugge al suo sguardo che sua Madre si rifugia in cucina per nascondere agli occhi dei suoi due figli il dolore e le lacrime per la tragedia che li ha colpiti! Allora Papà aveva 13 anni e Lina 11.
QUESTO E' IL TESTO DELLA PAGINA DEL DIARIO DEL 21 MARZO 1960:
"Oggi sono nato. Alle ore 17.45. Tutto bene. C'è stato un anticipo di 8-10 giorni. Mio padre, appena sono nato, ha annunziato a mia madre ch'era un maschio e, contento, sebbene avesse dormito solo due ore (stanotte alle 3.15 è andato a Sorrento in bicicletta a chiamare la levatrice De Rosa) ha fatto le valige ed è partito per Roma col treno delle 20 da Piano e con quello delle 21.47 da Napoli: deve sostenere gli esami orali del Concorso. Speriamo che gli vada bene. Ho trascorso i primi minuti di vita in grembo alla nonna Teresa. Intorno a me c'erano inoltre tutti gli altri nonni e zii e zie e buona parte dei cugini di mio padre. Ho fatto il proposito di starmene tranquillo e zitto in modo che oguno sia spinto ad imitare questo buon esempio. Mi piace stare zitto e pensare e guardare".
QUESTO E' IL TESTO DEL TEMA PRE LICENZA-MEDIA:
Se fossi ricco
Un antico proverbio dice: "la ricchezza non fa la felicità". Infatti si può essere l'uomo più povero del mondo ed essere felici, mentre un milionario che ha tutti gli svaghi e tutto quello che desidera può essere scontento. C'è una favola che porta l'esempio di un re che non era mai felice, benchè avesse tutti gli svaghi e i divertimenti possibili ed immaginabili. Ecco allora che i medici di corte dissero che il re era malato di felicità e che per essere felice doveva indossare la camicia di un uomo felice, ma a chiunque si domandava nessuno era felice. Finalmente fu trovato un uomo che cantava; gli fecero la proposta di diventaree ministro del re, ma egli rispose che era contento del suo stato di vita e non l'avrebbe voluto cambiare. Questi messaggeri chiesero a quest'uomo di dare la propria camicia, ma quell'uomo era così povero che non l'aveva, ma in cambio era felice. Questo esempio dimostra che, se si è ricchi, ma non si ha la felicità neanche con tutte le ricchezze di questo mondo la si può comprare. Se io fossi ricco aiuterei gli altri a migliorare le loro condizioni di vita, dando una certa somma ai poveri, agli orfanatrofi, agli ospizi e alle altre persone che hanno bisogno di soldi. Farei costruire alcune fabbriche, officine per ospitare i disoccupati per poterli così immettere nella vita comune. Nel mio paese non ci sono palestre dove i giovani possono frequentare uno sport e dunque io farei costruire delle palestre, delle piscine che tutti potrebbero frequentare pagando una piccolissima somma. Farei costruire una piccola riserva per gli animali dove potrebbero vivere indisturbati senza essere molestati dall'uomo. Ad esempio la montagna di Vicalvano sarebbe il posto adatto. La farei circondare da un muro con un grande porta di cui terrei solo io le chiavi. Dentro vi metterei alcuni cervi, lepri, cinghiali, volatili e anche qualche lupo per regolare il numero di esemplari. Tutte queste mie idee sono però soltanto frutto di immaginazione, perchè non ho i mezzi per attuarle e tutto questo resterà solo un'idea.
A dire la verità non ho cambiato ancora idea...nostante i 61 anni!
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