Oggi compio 30 anni d'iscrizione all'Albo dei Giornalisti. Quando vi sono approdato già scrivevo da almeno 10 anni anche se ho sempre apprezzato la penna e la scrittura vergando pagine e pagine di diari personali sin dalla più tenera età, retaggio di insegnamenti paterni il cui valore lo si apprezza soltanto con la maturazione. Allora non c'era internet, non c'erano i social e scrivere era ancora un esercizio serio, impegnativo, sottoposto a una serie di verifiche, improntato al rispetto di una deontologia di cui si sono perse le tracce col passare degli anni. Sono migliaia gli articoli pubblicati su varie testate, locali, regionali e nazionali.
La mia collaborazione al quotidiano nazionale "LA VOCE REPUBBLICANA" mi aprì le porte all'iscrizione all'Ordine maturando una straordinaria esperienza professionale nel settore dell'informazione politica con illustri colleghi e ancora più illustri interlocutori: in primis Giovanni Spadolini, già direttore del Corriere della Sera prima di approdare alla politica e poi il prof. Giuseppe Galasso col quale ho avuto l'onore di condividere esperienze formative sia politiche sia giornalistiche. Molte anche sono state le direzioni di testate, fra cui ricordo in particolare quella dell'INFORMATORE SCOLASTICO che ha rappresentato un'esperienza assolutamente unica e gratificante per il pubblico cui si rivolgeva (dirigenti scolastici e insegnanti) la rivista quindicinale che rinnovai aprendola a un protagonismo giornalistico sui temi della scuola.
Significativa è stata anche l'esperienza di responsabile editoriale di un periodico tedesco dedicato alle donne italiane "CLIC Donne DEL 2000" col quale abbiamo esplorato un universo in parte sconosciuto nel passaggio di millennio! Indimenticabile e straordinaria è stata l'esperienza col quotidiano IL GOLFO della Penisola Sorrentina, insieme all'amico Fabrizio Guastafierro e ad altri colleghi che da lì hanno mosso i primi passi in questo mondo. Col Golfo, noi giovani cronisti, ci giocavamo davvero tanto sotto tutti i punti di vista riuscendo a realizzare, con la fiducia del direttore Mimì Di Meglio, un'esperienza giornalistica forse unica nel suo genere per una testata locale e che raggiunse record di vendita in edicola incredibili nelle stagioni dove la dialettica politico-giornalistica era più viva che mai.
Con l'avvento di internet, delle testate giornalistiche online, dei blog e infine dei social anche questa professione ha subito radicali trasformazioni: nella maggior parte dei casi, ammetiamolo, si è trattato di involuzioni a danno dell'informazione stessa e soprattutto dei lettori. Quest'ultimi, per la verità, in costante declino mentre esplodeva un pseudo-giornalismo di massa che, privo di qualunque formazione e cultura, ha ridotto in cenere questo mestiere, defraudandolo dell'esercizio più qualificante: la discriminazione in base alla quale un evento, un fatto, un personaggio sono meritevoli di erigersi al rango di notizia perchè di pubblico interesse.
Insomma quando tutto diventa notizia a prescindere, il ruolo del giornalista è superato, ma a svantaggio dell'informazione e della capacità di chi legge di discernere il vero dal falso! Che poi è il sale di questa professione. Informare e Comunicare rappresentano i due volti di una stessa medaglia, ma le differenze fra i due verbi sono sostanziali per la mission che assolvono entrambi. Dopo trent'anni e passa forse qualcosa però l'abbiamo capito: i giornalisti non cambiano il mondo, ma se fanno seriamente e onestamente il loro mestiere aiutano gli altri a cambiarlo!
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