A cinquant'anni diventare direttore responsabile di un'antica rivista di informazione specialistica qual è "L'INFORMATORE SCOLASTICO" è una sfida che affrontiamo forti di una pluridecennale e variegata esperienza, umana e professionale, ma con la consapevolezza di dover lavorare molto rendendo però, nello stesso tempo, un servizio alla comunità. In particolare ai giovani, ai giovanissimi e a chi dall'Università guarda al mondo del lavoro... E' pur vero che allo stato questi giovani e giovanissimi non rappresentano il target di riferimento della rivista, ma ci auguriamo che possano diventarlo in futuro, soprattutto che possano ricavarne un beneficio indiretto grazie al nuovo protagonismo che vogliamo garantire alla scuola italiana e a tutti i suoi attori, docenti e studenti, a tutti i livelli dell'organizzazione scolastica. E' questa la prima e a mio avviso importante rivoluzione del nostro progetto che trasforma questo antico e nobile "contenitore" di informazioni a carattere istituzionale - normativa scolastica - in un luogo dove parlare di scuola, far parlare la scuola, dar voce a una comunità che forse, per numero e interessi coinvolti, è la più grande del Paese perchè riguarda milioni di famiglie, riguarda genitori e figli, dirigenti scolastici e docenti, personale non docente, Università e mondo della ricerca. Insomma tutte le persone e tutti i luoghi dove si studia, dove si sviluppa cultura e formazione, la è presente un pezzo di questa comunità che è in grado di contaminare ogni altra comunità o espressione e forza sociale, civile, culturale, economica e politica. Una comunità dalle straordinare potenzialità cui da sempre compete la funzione di "costruire" i cittadini adulti del futuro, le nuove classi dirigenti, i nuovi anelli della spina dorsale della Nazione, sul piano professionale, imprenditoriale, politico.
Per oltre vent'anni ho vissuto dall'interno anche il sistema politico-istituzionale e quello associativo-imprenditoriale e credo che sia quasi impossibile un rinnovamento dall'interno, cioè per autoconsapevolezza degli attori sulla necessità di cambiare...nell'interesse di tutti. Nella scuola, invece, è possibile educare e formare i cittadini-adulti del domani a quei valori di democrazia e pluralismo grazie ai quali si diventa e ci si sente cittadini dell'Europa e del Mondo e si hanno i titoli e le capacità per assumere responsabilità e per cambiare un sistema allo stato refratario al cambiamento. Per questo è nella scuola che può e che deve maturare un processo di cambiamento, che parta dall'istruzione che abbiamo scelto anche come titolo di copertina del primo numero del nuovo Informatore. Senza istruzione, senza cultura e senza formazione non ci sono prospettive per il futuro individuale e collettivo. L'istruzione, che significa conoscenza, emancipa l'individuo e le comunità, consente loro di comprendere e di valutare, cioè di scegliere. E questo è il principale timore di ogni dittatura, di ogni potere che si fonda sull'esclusione dei più dalla partecipazione. Ecco perchè è alla scuola e alle famiglie italiane che oggi spetta il compito più gravoso nella costruzione di una nuova Italia. Ecco perchè abbiamo scelto una formula editoriale e giornalistica che supporti questi attori nella loro impresa, riconoscendogli un protagonismo che significa capacità di farsi sentire ed ascoltare, di confrontarsi e di proporre, di analizzare e di criticare. Se la cultura, l'istruzione, la formazione restano ai margini del processo di crescita delle nuove generazioni allora non c'è futuro, nè può esserci perchè il futuro lo si costruisce innanzitutto con la conoscenza.
Mi auguro di riuscire a dare un piccolo, ma utile contributo, a questo progetto per l'Italia futura anche attraverso questo strumento che è aperto al contributo e alla collaborazione di chiunque abbia cuore le sorti del Paese e delle nuove e future generazioni per le quali intraprendiamo un percorso di "sostenibilità" con tutti i mezzi che abbiamo ancora a disposizione.