Stiamo attraversando uno dei momenti più scoraggianti, anzi più tragici, del nostro tempo con un Paese sempre più in ginocchio per la crisi socio-economica che l'attraversa e che lo divide tra quelli che hanno tutto e quelli che hanno poco e rischiano di perdere anche quel poco. L'esito della votazione parlamentare di ieri sulla mozione di sfiducia al Governo Berlusconi, oltre ad aggravare la situazione sotto tutti i punti di vista (solo gli sciocchi non se ne rendono conto) si è consumata tra i trionfalismi di un ceto politico quanto mai corrotto e colluso, interessato a sopravvivere e ad occupare ogni poltrona con i relativi poteri, mentre Roma veniva sconquassata da facinorosi e infiltrati nelle contestazioni al Governo organizzate da Studenti, Lavoratori, Terremotati aquilani.
mercoledì 15 dicembre 2010
lunedì 16 agosto 2010
Una lettura che ci deve spingere a muoverci...per salvare il futuro!
Ci sono libri che meriterebbero di essere letti, anzi studiati, non soltanto da addetti ai lavori, ma da una pluralità di persone che hanno ruoli e responsabilità nel governo degli interessi pubblici e nello sviluppo del Paese e in particolare nell'educazione e nella formazione delle nuove generazioni. Mi riferisco al libro "Mafia Export" di Francesco Forgione, ex presidente della commissione parlamentare antimafia, pubblicato nel 2009 e che delinea le "politiche di internazionalizzazione planetaria" di 'ndrangheta, cosa nostra e camorra.
La lettura del volume ci consente di toccare con mano la complessità di fenomeni criminali che dall'Italia sono riusciti a colonizzare il mondo tirando le fila di business miliardari attraverso una rete minuziosa di organizzazioni, società, attività, persone, che ne fanno sicuramente delle holding superiori a qualsiasi altra grande azienda italiana.
sabato 14 agosto 2010
Elezioni Politiche nulle perchè è stata violata la Costituzione...Riflettiamoci su grazie a Cordova che scrive....
A ferragosto ci sarebbe ben altro da pensare e soprattutto da fare, ma il cattivo tempo e soprattutto l'escalation del dibattito politico italiano non ci permettono di abbassare la soglia di attenzione su questioni scottanti e soprattutto dal cui esito dipendono le sorti del Paese e quindi di ciascuno di noi. Ci ha colpito, nel leggere la stampa questa mattina, l'intervento essenziale di Agostino Cordova, ex procuratore di Napoli e oggi consigliere in Cassazione, che ha spiegato in modo inequivocabile che l'attuale legge elettorale con la quale eleggiamo il Parlamento è palesemente incostituzionale perchè viola il principio dettato dagli articoli 56 e 58 della nostra Costituzione che prevedono l'elezione diretta dei Parlamentari e non già indiretta, cioè stabilita dai Partiti con l'ordine di candidature nelle liste, come avviene col Porcellum.
E mica è uno scherzo! Poichè la Costituzione è chiara appare altrettanto evidente che i Partiti abbianno fatto un "golpe" ai danni del corpo elettorale, cioè dei cittadini italiani, privandoli di un diritto sancito dalla legge costituzionale. Soprattutto l'hanno fatto tutti daccordo evidentemente suggestioanti dall'idea di poter far eleggere chi volessero e non già chi preferissero gli elettori tra i candidati dai partiti proposti al giudizio popolare.
Eppure, come dice Cordova, già nel 2006 aveva evidenziato l'anomalia che poteva essere rimossa con un qualsiasi ricorso presentato da un non eletto! Invece nessuno che abbia protestato su tutti i diversi fronti, segno che l'interesse a conservare una legge elettorale illegittima era ed è forte. Noi cittadini che siamo stati lesi in un nostro diritto e in una nostra fondamentale prerogativa, perchè dovremmo continuarer a tacere innanzi questo spettacolo mortificante messo in scena da tutti gli attori della politica italiana?
Anche noi possiamo sollevare l'incostituzionalità di una legge che ha leso i nostri diritti e quindi ci danneggia perchè Parlamento e Governo sono frutto di elezioni illegittime e, di conseguenza, anche la loro azione parlamentare e di governo.
Vi propongo l'articolo di Cordova, pubblicato su "Il Fatto Quotidiano" di oggi, per un diretto approfondimento della questione.
“Con un mio articolo del 2006, sulla Gazzetta del Sud (altri quotidiani non avevano inteso pubblicarlo) ritenni ingenuamente di rompere il generale silenzio sulla palese violazione della Costituzione nell’avere il legislatore l’anno precedente abolito nelle elezioni politiche il voto di preferenza: infatti gli art. 56 e 58 della Carta Costituzionale dettano la regola che i parlamentari debbano essere eletti dal popolo con suffragio universale e diretto.
Quindi gli eletti non devono essere designati dai partiti, i quali possono accettare o rifiutare la loro candidatura, ma non scavalcare la volontà popolare, escludendo dall’elezione – perché collocati in posti successivi a quelli acquisiti nelle circoscrizioni dalle rispettive liste – i candidati che sarebbero stati preferiti dagli elettori: infatti, vengono emarginati coloro che, ove si votasse col vecchio sistema, avrebbero conseguito più voti di quelli collocati ai primi posti di dette liste.
A parte tale aspetto sostanziale, resta quello formale ed assorbente che, costituendo una modifica del dettato costituzionale, la trasformazione del suffragio diretto in quello indiretto, essa poteva essere adottata solo con la legge costituzionale, e non ordinaria.
Ma tali aspetti sono rimasti significativamente ignorati, non essendo stato eccepiti da alcuno: solo ora taluno ha tirato fuori del tutto genericamente l’esigenza di una riforma del sistema elettorale.
Tanto premesso, quel che sarebbe interessante conoscere è perché i governi che si sono avvicendati dopo la modifica di cui sopra abbiano formato oggetto di attacchi ed iniziative di ogni genere da parte delle relative opposizioni di destra, di sinistra o altro, e perché nessuno abbia mai eccepito la nullità delle elezioni per l’anzidetta duplice inosservanza della Costituzione: e bastava che l’avesse fatto un qualsiasi candidato non eletto appartenente a qualsiasi partito per causare la nullità dei risultati elettorali.
Ignoro perché, in uno Stato definito di diritto e in un contesto di asperrimi e convulsi attacchi reciproci, ciò non sia avvenuto: ma mi limito a dare obiettivamente atto della situazione, essendo totalmente estraneo alla politica ed ai relativi meccanismi. Lascio quindi agli specialisti in deontologia politica la spiegazione del silenzio sui singolare aspetti sopra descritti".
E mica è uno scherzo! Poichè la Costituzione è chiara appare altrettanto evidente che i Partiti abbianno fatto un "golpe" ai danni del corpo elettorale, cioè dei cittadini italiani, privandoli di un diritto sancito dalla legge costituzionale. Soprattutto l'hanno fatto tutti daccordo evidentemente suggestioanti dall'idea di poter far eleggere chi volessero e non già chi preferissero gli elettori tra i candidati dai partiti proposti al giudizio popolare.
Eppure, come dice Cordova, già nel 2006 aveva evidenziato l'anomalia che poteva essere rimossa con un qualsiasi ricorso presentato da un non eletto! Invece nessuno che abbia protestato su tutti i diversi fronti, segno che l'interesse a conservare una legge elettorale illegittima era ed è forte. Noi cittadini che siamo stati lesi in un nostro diritto e in una nostra fondamentale prerogativa, perchè dovremmo continuarer a tacere innanzi questo spettacolo mortificante messo in scena da tutti gli attori della politica italiana?
Anche noi possiamo sollevare l'incostituzionalità di una legge che ha leso i nostri diritti e quindi ci danneggia perchè Parlamento e Governo sono frutto di elezioni illegittime e, di conseguenza, anche la loro azione parlamentare e di governo.
Vi propongo l'articolo di Cordova, pubblicato su "Il Fatto Quotidiano" di oggi, per un diretto approfondimento della questione.
“Con un mio articolo del 2006, sulla Gazzetta del Sud (altri quotidiani non avevano inteso pubblicarlo) ritenni ingenuamente di rompere il generale silenzio sulla palese violazione della Costituzione nell’avere il legislatore l’anno precedente abolito nelle elezioni politiche il voto di preferenza: infatti gli art. 56 e 58 della Carta Costituzionale dettano la regola che i parlamentari debbano essere eletti dal popolo con suffragio universale e diretto.
Quindi gli eletti non devono essere designati dai partiti, i quali possono accettare o rifiutare la loro candidatura, ma non scavalcare la volontà popolare, escludendo dall’elezione – perché collocati in posti successivi a quelli acquisiti nelle circoscrizioni dalle rispettive liste – i candidati che sarebbero stati preferiti dagli elettori: infatti, vengono emarginati coloro che, ove si votasse col vecchio sistema, avrebbero conseguito più voti di quelli collocati ai primi posti di dette liste.
A parte tale aspetto sostanziale, resta quello formale ed assorbente che, costituendo una modifica del dettato costituzionale, la trasformazione del suffragio diretto in quello indiretto, essa poteva essere adottata solo con la legge costituzionale, e non ordinaria.
Ma tali aspetti sono rimasti significativamente ignorati, non essendo stato eccepiti da alcuno: solo ora taluno ha tirato fuori del tutto genericamente l’esigenza di una riforma del sistema elettorale.
Tanto premesso, quel che sarebbe interessante conoscere è perché i governi che si sono avvicendati dopo la modifica di cui sopra abbiano formato oggetto di attacchi ed iniziative di ogni genere da parte delle relative opposizioni di destra, di sinistra o altro, e perché nessuno abbia mai eccepito la nullità delle elezioni per l’anzidetta duplice inosservanza della Costituzione: e bastava che l’avesse fatto un qualsiasi candidato non eletto appartenente a qualsiasi partito per causare la nullità dei risultati elettorali.
Ignoro perché, in uno Stato definito di diritto e in un contesto di asperrimi e convulsi attacchi reciproci, ciò non sia avvenuto: ma mi limito a dare obiettivamente atto della situazione, essendo totalmente estraneo alla politica ed ai relativi meccanismi. Lascio quindi agli specialisti in deontologia politica la spiegazione del silenzio sui singolare aspetti sopra descritti".
sabato 31 luglio 2010
Lotta per il potere nell'era berlusconiana...
Nel PDL si è consumato lo strappo finale. Il partito non-partito, nato sulle spoglie di Forza Italia e di Alleanza Nazionale per opera di Silvio Berlusconi e di Gianfranco Fini, è imploso espellendo quell'anima incapace di omologarsi al capo assoluto che ritiene di essere Berlusconi, non solo del partito, ma del Governo, del Parlamento, di tutti gli Organi Costituzionali, magistratura inclusa...Insomma del Paese intero! Perchè lo vogliono, a suo dire, gli italiani che l'avrebbero votato e rivotato. Capite che valore ha per certa gente il voto che in troppi sottovalutiamo? Ma su questo aspetto ci torneremo in seguito.
Il "divorzio politico" non è stato frutto di una scelta politica, ma la conseguenza della decisione del padre-padrone di espellere l'area ex An rea di non volersi omologare alla sua concezione del potere, del partito, del governo. Cacciati i dissidenti, presidente della Camera in testa, Berlusconi ora prepara la resa dei conti per distruggere l'avversario e i suoi fedelissimi, temendone agguati in sede parlamentare, per assicurarsi altre leggi ad personam che lo proteggano da qualche condanna.
La conferma che il PDL non è mai stato un partito scaturisce proprio da questo epilogo della contrapposizione Berlusconi-Fini, a prescindere dai temi su cui i due leader divergono e sui quali, dal nostro punto di vista, è superfluo discettare tanto è improponibile la visione e la cultura berlusconiana a chiunque sia dotato di un minimo di senso critico, di coscienza e di onestà. Ebbene, in una qualsiasi forza politica o partito la contrapposizione tra leader si sarebbe consumata in un consesso deomocratico quale per esempio un congresso straordinario. Ma come si fa un congresso se non ci sono iscritti, sedi di partito diverse dalle consorterie personali che peraltro occupano luoghi istituzionali? Chi mette in discussione una linea politica e le azioni di governo che ne scaturiscono - e questo è prassi demcoratica consolidata - deve trovare un luogo legittimo nel quale esplicare il dissenso e la proposta, come è sempre avvenuto nella storia del nostro Paese dal dopoguerra ad oggi ad opere di tradizionali forze politiche.
Chi esce sconfitto da questo confronto legittimamente resta nel partito, magari per organizzare meglio la propria componente e area di pensiero con l'intento di accrescere i consensi attorno alla propria vision con l'obiettivo di assumere, in futuro, la guida del partito in un successivo congresso. La coabitazione non è assolutamente posta in discussione perchè i ragionamenti e gli atti che ne derivano si inquadrano perfettamente nell'ambito della stessa concezione - ideologia - di un partito. Il tramonto delle ideologie e l'assoluta assenza di idee ha invece portato all'aggregazione per bande di interessi destinate inevitabilmente a confliggere tra di loro allorquando un interesse prevalga o intenda prevalere sull'altro. Praticamente quello che avviene nelle cosche mafiose o camorristiche dove periodicamente qualcuno, sentendosi forte, pensa di far fuori il capo e alza la testa per impossessarsi del clan o per imporre la propria linea politica. Ma viene fatto fuori o riesce a far fuori l'avversario, fisicamente si intende!
Il gioco della politica formalmente non è ancora giunto a tanto, ma non è escluso che, di questo passo, ci si arrivi visti i metodi che si usano e la cultura che promana da questi contesti.
Fini non ha avuto chance democratiche: quindi fuori dal PDL, che a questo punto dovrebbe anch'esso cambiare nome essendo di fatto abortito il progetto che quest'acronimo presuntuoso e fasullo intendeva realizzare.
Questa prova di forza berlusconiana rappresenta la conferma della minaccia che egli rappresenta per le istituzioni, per la democrazia, per il Paese e per gli interessi generali perchè il suo clan è pronto a tutto, occupa stabilmente ogni angolo delle istituzioni che vengono usate in dispregio di qualsiasi regola e non ammettendosi opposizione si instaura di fatto una dittatura politica berlusconiana. Come avviene in questi casi la maggioranza dell'opinione pubblica nobn riesce a guardare oltre il proprio naso e spesso si identifica in questo modo di concepire la vita privata e pubblica per cui non è da meno rispetto al Premier... C'è bisogno che un'illuminata minoranza, le riserve della repubblica, decida di prendere il toro per le corna e di impedire lo sfascio istituzionale che prelude all'avvento dittatoriale.
Ma da parte di molti ancora si sottovaluta la delicatezza del momento...Forse perchè ci si sente complici...
giovedì 22 luglio 2010
"Un Paese in affanno tra povertà e corruzione"
Il Paese fatica tra errori, omissioni, tensioni e ritardi. E anche qualche refuso. La povertà aumenta, le famiglie non ce la fanno ad arrivare a fine mese, il calo demografico è drammatico. Siamo una media potenza in declino. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, avvisa che tra la gente serpeggia una preoccupazione "seria e pungente". Ha ragione. C'è una fascia di popolazione che ha ben poco da risparmiare. Obiettivamente, è in grande affanno.
I vescovi hanno proposto un' agenda di speranza per il Paese. Ma chi dà una mano su questo versante? Non certo la politica, prigioniera di sè stessa. Accecata da questioni più private che pubbliche. Che non sono prioritarie per chi fatica a vivere. Ma neanche la coesione del Paese è all'ordine del giorno, nonostante i ripetuti appelli del presidente Giorgio Napolitano. La mediazione, come arte della politica, è sparita dall'orizzonte. Si propongono, quasi ogni giorno, ricette magiche. Formule incomprensibili alla gente, che prende le distanze dalla politica. Il maggior partito, presto, sarà quello degli assenteisti. Il bene comune da amministrare nell'interesse di tutti, è considerato "patrimonio privato" dai politici. Da spartirsi tra i soci, che si sono impossessati dello Stato. Il bavaglio alla stampa (cui si tagliano anche le agevolazioni postali) e una magistratura "soggiogata" eviteranno il rischio di "mettere a nudo il re" e i suoi affari. C'è un problema di prospettive da indicare. E di coerenza personale da implementare. Invece, assistiamo a "comportamenti per lo più narcisistici, quando non addirittura adolescenziali": sono sempre parole del cardinale Angelo Bagnasco. E chi non ci sta è fuori. La selezione della classe polirica è al ribasso: meno si è coerenti (cioè, più si è servili) e più si scalano i gradini del potere. Complice una legge elettorale (da riformare quanto prima!), che lascia ai segretari di partito la scelta dei parlamentari. Così che nei Palazzi del potere s'aggirano "nani e ballerine". "L'affezione per la cosa pubblica", ha ricordato ancora Bagnasco in un'intervist all'Osservatore Romano, "sta scemando. E sempre più rarefatto è il consenso attorno al bene comune, privilegiando ciascuno beni di piccolo cabotaggio senza prospettiva alcuna". Parole pesantissime, fatte scivolare via subito.
Ecco perchè il vero problema, oggi, è la selezione della futura classe politica. Anche quella d'ispirazione cristiana, come aveva chiesto il Papa, un anno fa. La Chiesa è troppo appassionata del bene comune per disinteressarsi della politica. Ma quella "alta", che è la massima espressione di servizio e carità. Non certo quella partitica, che è solo "affare", avendo perso di vista l'etica.
Il filosofo Vito Mancuso ha citato, di recente, una frase di Aristotele: "Il vero uomo politico è colui che vuole rendere i cittadini uomini dabbene". Di sicuro. non lo è chi usa il potere per fini personali.
Questo è l'editoriale PrimoPiano che il settimanale Famiglia Cristiana N°30 del 25 luglio pubblica a pag. 3 e che merita un'attenta lettura e riflessione da parte della politica, ma anche del resto del mondo della comunicazione militante che non si riescono a leggere il malessere sociale ed economico della famiglia italiana diventato malessere politico e di cui il settimanale diretto da Antonio Sciortino si fa interprete con quest'articolo di straordinaria lucidità ed incisività.
C'è qualcosa che, nonostante tutto, sta cambiando nella società italiana ma di cui si stenta a prendere coscienza da parte di troppi col rischio di ritrovarsi in un Paese distonico e di non riuscire a comprenderne le ragioni, nonostante tutto!
venerdì 9 luglio 2010
Perchè non vediamo il "Nerone" che c'è in lui?
Oggi è la giornata del "bavaglio autoimposto" col quale il mondo dell'informazione intende denunciare, nella sua quasi totalità, i rischi connessi all'approvazione di questa legge-bavaglio per la quale effettivamente saranno introdotte norme molto restrittive e penalizzanti ai fini di un corretto e completo esercizio di informazione e quindi di critica che rappresenta l'anima della professione giornalistica.
Giornalisti nel mirino, ma anche Editori i quali sicuramente da questa legge fatta da un Premier Imprenditore e al momento anche titolare della delega alle attività produttive ricavano danni e limiti alla loro attività imprenditoriale sotto molteplici aspetti.
Per la Magistratura e per le Forze di Polizia le conseguenze sono altrettanto gravi perchè ne mortificano l'azione di contrasto al crimine organizzato (camorra, mafia, 'ndragheta, delinquenza comune) e al nuovo crimine organizzato rappresentato dalla politica-connection che ogni giorno e in ogni settore lucra ai danni del Paese che è ostaggio di un sistema politico corrotto e quindi incapace di dare le risposte alla gente in termini di azioni di governo, tutte subordinate alla salvaguardia degli interessi della lobby di potere trasversale che ormai occupa in modo stabile lo Stato. Sul fronte dell'opposizione parlamentare c'è ormai un vuoto quasi assoluto frutto di un'incapacità di organizzare una controffensiva sostenuta da idee forti e condivise, ma anche dai tanti errori che l'attuale opposizione ha commesso quando è stata al governo e quando altrettanto male ha operato non solo rispetto al mondo dell'informazione, ma in quasi tutti i campi.
Insomma un'Italia che non sa più indignarsi, incapace di difendersi dalla pervadenza ossessiva di un Capo del Governo che, forte delle proprie ricchezze, compra tutto e tutti.
In questa giornata di silenzio ovviamente non hanno scioperato le testate sotto controllo berlusconiano o di diretta proprietà. La scelta di questo silenzio non è stata la forma di protesta più efficace, ma forse era la sola che poteva far registrare un'adesione massiccia.
Abbiamo allora letto una testata del fronte "crumiro", quello che non aderisce allo sciopero per ragioni di bottega...LIBERO, il quotidiano diretto da Maurizio Belpiero, che ci ha tenuto a evidenziare che sulla questione delle intercettazioni bisogna assolutamente evitare che la vita privata degli indagati finisca in pasto all'opinione pubblica ed ha discettato sull'argomento per avvalorare la tesi dei sostenitori della legge-bavaglio.
Quello che invece mi ha colpito di più è l'articolo firmato da Giampaolo Pansa e intitolato: "Le radici dell'odio contro Berlusconi". Ebbene Pansa, giornalista e scrittore di cui ho sempre avuto stima e anche amicizia personale, mi sembra ormai preda di un revisionismo intellettuale pro-Berlusconi che non ha ragion d'essere per l'uomo e per il giornalista che è stato e che è Pansa il quale pure è riuscito, con i suoi romanzi storiografici, a rappresentare una lettura diversa dell'Italia fascista e del dopoguerra dando così un prezioso contributo all'affermazione della cosiddetta verità storica. Il troppo, peràòè troppo...Non ce lo vedo Pansa nei panni di un Bondi, di un Ferrara e di tutte quelle espressioni intellettuali di sinistra (con la buona pace di Daniele Capezzone che è semplicemente una figura di merda vivente per quello che dice e per come lo dice, non rendendo neanche un buon servizio al Padrone!) approdate alla corte del Premier-Caimano...
Non è possibile sostenere le 5 ragioni del presunto odio verso Berlusconi tutelandosi dietro il fatto di aver chiesto, qualche giorno prima, a Berlusconi e a Bossi di dimettersi...Con tutto il rispetto per l'amico Giampaolo, del suo invito Berlusconi se ne fa un baffo come dei centinaia di articoli che ha scritto in altre stagioni. Il problema vero è proprio invece la capacità di contaminazione che Berlusconi conferma di avere nei confronti di qualunque cosa e di qualunque persona. Sarà il fascino del potere, saranno i soldi con cui può comprare tutto, saranno le sempiterne virtù amatorie complice la meccanica di una "pompetta gonfia pene" (post intervento alla prostata), quest'uomo fa il bello e il brutto dell'Italia, ma soprattutto fa i porci comodi suoi delle istituzioni repubblicane e dello Stato in tutte le sue forme ed espressioni...
Questo non ci sta bene che lo faccia Berlusconi o che lo faccia chiunque altro, a prescindere dalla collocazione politica (?).
Quant'è brutta quest'Italia...Eppure Berlusconi ha prestato la propria voce allo spot di promozione televisiva del Ministero del Turismo (Brambilla) e nessuno grida allo scandalo? Ma vi sembra possibile che l'Italia e gli attori principali del turismo debbano affidare alla voce del Capo del Governo la promozione di luoghi e bellezze del nostro territorio? La megalomania assoluta di quest'uomo, assecondata in modo assolutamente acritico dalla corte, lo rende sempre più simile a Nerone...
Questo è il pericolo che anche il buon e vecchio Pansa mostra di non voler vedere...forse per ragione di pensione!
lunedì 31 maggio 2010
La nuova battaglia per affermare la "forza delle idee"!
Su "L'espresso" in edicola questa settimana il servizio di copertina è dedicato alla cosiddetta "legge-bavaglio" con gli interventi di Umberto Eco e Roberto Saviano. Sullo specifico argomento sono perfettamente daccordo con entrambi, quel che invece mi ha colpito e mi ha acceso una lampadina in testa stimolando questa riflessione è la seguente risposta alla domanda posta dal giornalista: "Quindi lei intende avere una posizione politica solo su alcuni temi?". Saviano risponde così: "Si, in questo senso io faccio politica, nel senso della battaglia delle idee. Mi sento fortuntato e privilegiato: ho uno spazio autonomo per farlo. In genere chi cerca la battaglia delle idee deve scontare il dazio se non la gogna della militanza di un partito, il che comporta doversi scontrare con minuzie amministrative, liste e grane organizzative...".
Ho compreso finalmente che cosa significa "inaffidabilità" nel lessico partitico, anche quello che ho vissuto direttamente nel corso della pluriennale esperienza politico-amministrativa dalla quale mi sono spontaneamente allontanato nel 2005 dimettendomi dalla carica di presidente del consiglio comunale di Piano di Sorrento (Na) dopo circa 23 anni di impegno pubblico.
A cinque anni di distanza c'è ancora qualcuno che si ostina a voler leggere in chiave politico-partitica alcune scelte e alcune iniziative che, per quanto mi riguarda, sono il coerento prosieguo, in altre forme, di una visione politica fondata per l'appunto sulla "battaglia delle idee" e che ho sviluppato in tutti i contesti nei quali ho operato per pubblico servizio.
Chi difende le idee con atti e comportamenti coerenti improntati al rispetto delle regole e degli interessi generali è sistematicamente considerato "inaffidabile" per il contesto politico-partitico, sia di destra sia e forse soprattutto di sinistra dove l'ipocrisia è sicuramente più forte e profonda!
Per questa gente, soprattutto per quelli che si ostinano a mascherarsi di fronte ai fallimenti della propria parte politica e spesso anche personali, è inconcepibile che qualcuno ritenga subalterni i partiti o le nuove formazioni politiche rispetto alle idee, quelle proprie e quelle altrui!
Ne scaturisce, per questa genete, che queste persone debbano restare ai margini della vita e dell'impegno politico, perchè non avendo termini e argomenti di negoziazione sono difficilmente trattabili e quindi condizionabili!
Questa è, a mio avviso, una delle ragioni del fallimento del centro-sinistra italiano a tutti i livelli. Per quanto mi riguarda l'ho sperimentato sul campo e sul territorio e posso dire, a ragion veduta, che esso costituisce una minaccia altrettanto grave per la tutela degli interessi generali come il malcostume di tanta parte del centro-destra.
Come porre rimedio a questo problema? Soltanto rafforzando queste idee e lavorando sul piano culturale per realizzare una sana contaminazione in grado di accrescere la forza delle idee, di queste idee!
Ho compreso finalmente che cosa significa "inaffidabilità" nel lessico partitico, anche quello che ho vissuto direttamente nel corso della pluriennale esperienza politico-amministrativa dalla quale mi sono spontaneamente allontanato nel 2005 dimettendomi dalla carica di presidente del consiglio comunale di Piano di Sorrento (Na) dopo circa 23 anni di impegno pubblico.
A cinque anni di distanza c'è ancora qualcuno che si ostina a voler leggere in chiave politico-partitica alcune scelte e alcune iniziative che, per quanto mi riguarda, sono il coerento prosieguo, in altre forme, di una visione politica fondata per l'appunto sulla "battaglia delle idee" e che ho sviluppato in tutti i contesti nei quali ho operato per pubblico servizio.
Chi difende le idee con atti e comportamenti coerenti improntati al rispetto delle regole e degli interessi generali è sistematicamente considerato "inaffidabile" per il contesto politico-partitico, sia di destra sia e forse soprattutto di sinistra dove l'ipocrisia è sicuramente più forte e profonda!
Per questa gente, soprattutto per quelli che si ostinano a mascherarsi di fronte ai fallimenti della propria parte politica e spesso anche personali, è inconcepibile che qualcuno ritenga subalterni i partiti o le nuove formazioni politiche rispetto alle idee, quelle proprie e quelle altrui!
Ne scaturisce, per questa genete, che queste persone debbano restare ai margini della vita e dell'impegno politico, perchè non avendo termini e argomenti di negoziazione sono difficilmente trattabili e quindi condizionabili!
Questa è, a mio avviso, una delle ragioni del fallimento del centro-sinistra italiano a tutti i livelli. Per quanto mi riguarda l'ho sperimentato sul campo e sul territorio e posso dire, a ragion veduta, che esso costituisce una minaccia altrettanto grave per la tutela degli interessi generali come il malcostume di tanta parte del centro-destra.
Come porre rimedio a questo problema? Soltanto rafforzando queste idee e lavorando sul piano culturale per realizzare una sana contaminazione in grado di accrescere la forza delle idee, di queste idee!
venerdì 21 maggio 2010
L'avventura con "L'Informatore Scolastico", la rivista della scuola italiana dal 1957
A cinquant'anni diventare direttore responsabile di un'antica rivista di informazione specialistica qual è "L'INFORMATORE SCOLASTICO" è una sfida che affrontiamo forti di una pluridecennale e variegata esperienza, umana e professionale, ma con la consapevolezza di dover lavorare molto rendendo però, nello stesso tempo, un servizio alla comunità. In particolare ai giovani, ai giovanissimi e a chi dall'Università guarda al mondo del lavoro... E' pur vero che allo stato questi giovani e giovanissimi non rappresentano il target di riferimento della rivista, ma ci auguriamo che possano diventarlo in futuro, soprattutto che possano ricavarne un beneficio indiretto grazie al nuovo protagonismo che vogliamo garantire alla scuola italiana e a tutti i suoi attori, docenti e studenti, a tutti i livelli dell'organizzazione scolastica. E' questa la prima e a mio avviso importante rivoluzione del nostro progetto che trasforma questo antico e nobile "contenitore" di informazioni a carattere istituzionale - normativa scolastica - in un luogo dove parlare di scuola, far parlare la scuola, dar voce a una comunità che forse, per numero e interessi coinvolti, è la più grande del Paese perchè riguarda milioni di famiglie, riguarda genitori e figli, dirigenti scolastici e docenti, personale non docente, Università e mondo della ricerca. Insomma tutte le persone e tutti i luoghi dove si studia, dove si sviluppa cultura e formazione, la è presente un pezzo di questa comunità che è in grado di contaminare ogni altra comunità o espressione e forza sociale, civile, culturale, economica e politica. Una comunità dalle straordinare potenzialità cui da sempre compete la funzione di "costruire" i cittadini adulti del futuro, le nuove classi dirigenti, i nuovi anelli della spina dorsale della Nazione, sul piano professionale, imprenditoriale, politico.
Per oltre vent'anni ho vissuto dall'interno anche il sistema politico-istituzionale e quello associativo-imprenditoriale e credo che sia quasi impossibile un rinnovamento dall'interno, cioè per autoconsapevolezza degli attori sulla necessità di cambiare...nell'interesse di tutti. Nella scuola, invece, è possibile educare e formare i cittadini-adulti del domani a quei valori di democrazia e pluralismo grazie ai quali si diventa e ci si sente cittadini dell'Europa e del Mondo e si hanno i titoli e le capacità per assumere responsabilità e per cambiare un sistema allo stato refratario al cambiamento. Per questo è nella scuola che può e che deve maturare un processo di cambiamento, che parta dall'istruzione che abbiamo scelto anche come titolo di copertina del primo numero del nuovo Informatore. Senza istruzione, senza cultura e senza formazione non ci sono prospettive per il futuro individuale e collettivo. L'istruzione, che significa conoscenza, emancipa l'individuo e le comunità, consente loro di comprendere e di valutare, cioè di scegliere. E questo è il principale timore di ogni dittatura, di ogni potere che si fonda sull'esclusione dei più dalla partecipazione. Ecco perchè è alla scuola e alle famiglie italiane che oggi spetta il compito più gravoso nella costruzione di una nuova Italia. Ecco perchè abbiamo scelto una formula editoriale e giornalistica che supporti questi attori nella loro impresa, riconoscendogli un protagonismo che significa capacità di farsi sentire ed ascoltare, di confrontarsi e di proporre, di analizzare e di criticare. Se la cultura, l'istruzione, la formazione restano ai margini del processo di crescita delle nuove generazioni allora non c'è futuro, nè può esserci perchè il futuro lo si costruisce innanzitutto con la conoscenza.
Mi auguro di riuscire a dare un piccolo, ma utile contributo, a questo progetto per l'Italia futura anche attraverso questo strumento che è aperto al contributo e alla collaborazione di chiunque abbia cuore le sorti del Paese e delle nuove e future generazioni per le quali intraprendiamo un percorso di "sostenibilità" con tutti i mezzi che abbiamo ancora a disposizione.
mercoledì 19 maggio 2010
Criminale è chi informa...non chi ruba! Lo ha deciso il Governo Berlusconi
Il Governo Berlusconi imbavaglia la stampa italiana, mortifica la libera informazione e fa un regalo gigantesco alla criminalità organizzata, camorra, mafia e ndragheta oltre a tutti i delinquenti abituali che hanno davvero il timore di essere intercettati e quindi scoperti nei loro loschi affari.
Ora il problema serio è che gli Italiani, al momento, non si rendono conto dei rischi che corre la democrazia per questi ed altri provvedimenti "spacciati" dal Governo per tutela della privacy o degli interessi dei cittadini.
Questo si chiama "Popolo della Libertà"!
sabato 24 aprile 2010
Scontro Berlusconi-Fini...La grande sfida e i soliti ladroni!
Lo scontro tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini in Direzione Nazionale del PDL sotto gli occhi delle telecamere non può essere liquidato nel centro-destra coi numeri della "sconfitta politica interna" del Presidente della Camera perchè quanto accaduto, nei contenuti e nelle forme, i problemi sollevati e la crudezza con la quale i due leader si sono rinfacciati accuse e responsabilità dovrebbero essere sufficienti a "risvegliare" gli assopiti e narcotizzati cittadini italiani.
Si sono confrotnate due personalità forti, due interpreti di visioni opposte della politica e del governo, due culture indisponibili a confondersi l'una nell'altra perchè inevitabilmente una delle due soccomberebbe!
Per di più si sono sentite dal Presidente Fini parole che nessun oppositore di Berlusconi ha mai pronunciato con tanta chiarezza e lucidità, tant'è che hanno provocato la reazione inconsulta del laeder massimo che col suo immediato intervento di replica a Fini ha dimostrato di essere a digiuno dei meccanismi essenziali della vera politica e di un capo partito: quello di saper ascoltare tutti, far svolgere il dibattito e affidare a una meditata riflessione conclusiva le risposte agli attacchi e alle accuse che gli sono state rivolte. Qui non abbiamo visto il politico-Berlusconi, ma l'uomo Berlusconi insofferente alle contraddizioni e alle opinioni opposte alle proprie, il Capo che si ritiene, evidentemente a ragione, il proprietario assoluto e indiscusso del partito, del pensiero e delle azioni di chi in esso e per esso opera per esclusiva sua suprema volontà. Tutto il resto non appartiene alla cultura politica e personale di Berlusconi che non ha l'equilibrio, la saggezza e quella dose di affidabilità che ne potrebbero fare un garante degli interessi nazionali.
Questo lo sa bene il suo entourgae, lo sanno bene le persone che gli ruotano attorno per coltivare rendite di posizione. E' stato semplicemente disgustoso assistere al dono che Berlusconi ieri ha fatto all'On. Ignazio La Russa di un SUV russo all'indomani di quanto accaduto.
Ha mandato un messaggio chiaro al suo popolo e al popolo italiano: io premio chi sta con me, chi è contro li distruggo! E questo è un uomo che può governare il Paese con la buona pace di fans che neanche sanno che cosa significa avere una così alta responsabilità?
Oggi Fini rappresenta il principale garante degli interessi nazionali dell'Italia e dobbiamo averne o prenderne piena coscienza. E' l'unico leader di partito in grado di contrapporsi elettoralmente a Berlusconi se nascesse la grande alleanza per salvare l'Italia, con Casini, Montezemolo e anche un PD che ha perso la rotta e che ha bisogno di reinventarsi. Senza escludere Di Pietro e quelle altre forze che intendono essere protagoniste di una "nuova resistenza" in nome della democrazia, del pluralismo, contro il malgoverno e le malversazioni perpetrate da affaristi vestiti da politici.
L'ultimo scandaloso episodio di malapolitica vede coinvolto il Ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola che avrebbe acquistato un mega appartamento a Roma, alle spalle del Colosseo, da intestare alla figlia per la modica cifra di 1,5 milioni e mezzo di euro di cui 900 versatigli dall'arch. Zampolini . La Guardia di Finanza ha ricostruito l'intera operazione - ovviamente smentita dal Ministro - che riportiamo così come illustrata dalla stampa.
"...il prezzo d'acquisto della casa (600mila euro) è farlocco. I proprietari vendono infatti per 1 milione e mezzo e per non pagare le imposte per intero ottengono 900mila euro in nero. Il secondo problema - cruciale per l'incheista - è che quei 900mila euro di nero non escono dalle tasche dell'acquirente (Scajola), ma da quelle dell'architetto Zampolini. La Finanza, infatti, scopre e documenta un'ingenuità dei venditori. Chi normalmente chiede del nero sulla compravendita di appartamenti, pretende contanti. O, se non è possibile, provvede poi in qualche modo a occultare l'incasso degli assegni circolari che normalmente li sostituiscono per evitare che si psosa risalire a chi quegli assegni li ha versati e alle ragioni per cui l'ha fatto. Ebbene, i venditori della magnifica casa alle spalle del Colosseo, quel pagamento in nero non riescono o forse non ritengono di doverlo occultare. Perchè la Finanza scopre che il giorno stesso del rogito, in concomitanza del "pagamento" in chiaro di 600mila euro da parte di Scajola, i venditori mettono all'incasso assegni circolari per 900mila euro a loro intestati e tratti dai conti di Zampolini (circostanza questa per la quale le attnzioni della GdF si sono rivolte anche al notaio che firmò quell'atto)...".
Se non ci disgustano queste cose che altro aspettiamo?
Si sono confrotnate due personalità forti, due interpreti di visioni opposte della politica e del governo, due culture indisponibili a confondersi l'una nell'altra perchè inevitabilmente una delle due soccomberebbe!
Per di più si sono sentite dal Presidente Fini parole che nessun oppositore di Berlusconi ha mai pronunciato con tanta chiarezza e lucidità, tant'è che hanno provocato la reazione inconsulta del laeder massimo che col suo immediato intervento di replica a Fini ha dimostrato di essere a digiuno dei meccanismi essenziali della vera politica e di un capo partito: quello di saper ascoltare tutti, far svolgere il dibattito e affidare a una meditata riflessione conclusiva le risposte agli attacchi e alle accuse che gli sono state rivolte. Qui non abbiamo visto il politico-Berlusconi, ma l'uomo Berlusconi insofferente alle contraddizioni e alle opinioni opposte alle proprie, il Capo che si ritiene, evidentemente a ragione, il proprietario assoluto e indiscusso del partito, del pensiero e delle azioni di chi in esso e per esso opera per esclusiva sua suprema volontà. Tutto il resto non appartiene alla cultura politica e personale di Berlusconi che non ha l'equilibrio, la saggezza e quella dose di affidabilità che ne potrebbero fare un garante degli interessi nazionali.
Questo lo sa bene il suo entourgae, lo sanno bene le persone che gli ruotano attorno per coltivare rendite di posizione. E' stato semplicemente disgustoso assistere al dono che Berlusconi ieri ha fatto all'On. Ignazio La Russa di un SUV russo all'indomani di quanto accaduto.
Ha mandato un messaggio chiaro al suo popolo e al popolo italiano: io premio chi sta con me, chi è contro li distruggo! E questo è un uomo che può governare il Paese con la buona pace di fans che neanche sanno che cosa significa avere una così alta responsabilità?
Oggi Fini rappresenta il principale garante degli interessi nazionali dell'Italia e dobbiamo averne o prenderne piena coscienza. E' l'unico leader di partito in grado di contrapporsi elettoralmente a Berlusconi se nascesse la grande alleanza per salvare l'Italia, con Casini, Montezemolo e anche un PD che ha perso la rotta e che ha bisogno di reinventarsi. Senza escludere Di Pietro e quelle altre forze che intendono essere protagoniste di una "nuova resistenza" in nome della democrazia, del pluralismo, contro il malgoverno e le malversazioni perpetrate da affaristi vestiti da politici.
L'ultimo scandaloso episodio di malapolitica vede coinvolto il Ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola che avrebbe acquistato un mega appartamento a Roma, alle spalle del Colosseo, da intestare alla figlia per la modica cifra di 1,5 milioni e mezzo di euro di cui 900 versatigli dall'arch. Zampolini . La Guardia di Finanza ha ricostruito l'intera operazione - ovviamente smentita dal Ministro - che riportiamo così come illustrata dalla stampa.
"...il prezzo d'acquisto della casa (600mila euro) è farlocco. I proprietari vendono infatti per 1 milione e mezzo e per non pagare le imposte per intero ottengono 900mila euro in nero. Il secondo problema - cruciale per l'incheista - è che quei 900mila euro di nero non escono dalle tasche dell'acquirente (Scajola), ma da quelle dell'architetto Zampolini. La Finanza, infatti, scopre e documenta un'ingenuità dei venditori. Chi normalmente chiede del nero sulla compravendita di appartamenti, pretende contanti. O, se non è possibile, provvede poi in qualche modo a occultare l'incasso degli assegni circolari che normalmente li sostituiscono per evitare che si psosa risalire a chi quegli assegni li ha versati e alle ragioni per cui l'ha fatto. Ebbene, i venditori della magnifica casa alle spalle del Colosseo, quel pagamento in nero non riescono o forse non ritengono di doverlo occultare. Perchè la Finanza scopre che il giorno stesso del rogito, in concomitanza del "pagamento" in chiaro di 600mila euro da parte di Scajola, i venditori mettono all'incasso assegni circolari per 900mila euro a loro intestati e tratti dai conti di Zampolini (circostanza questa per la quale le attnzioni della GdF si sono rivolte anche al notaio che firmò quell'atto)...".
Se non ci disgustano queste cose che altro aspettiamo?
venerdì 2 aprile 2010
E' nata "La Mia Penisola"...Uno spazio dove commento la politica locale!
Da quattro settimane è nelle edicole un nuovo settimanale di attualità e politica edito in Penisola Sorrentina per iniziativa di un giovane e dinamico imprenditore, Daniele Fiorile, e diretto da un altrettanto giovane e dinamico collega, Giuseppe Damiano: "La Mia Penisola".
Mi hanno chiesto una collaborazione per il commento dei fatti politici che ho apprezzato e accettato di fare per due ordini di motivi: primo perchè incoraggiare e sostenere una nuova iniziativa giornalistica col taglio editoriale che Damiano e Fiorile hanno scelto mi è sembrato giusto e quasi doveroso; secondo perchè sono slegati da interessi politici di parte e quindi intendono "ragionare liberamente" su uomini e amministrazioni.
A questo punto siam partiti e credo che i primi quattro numeri abbiano già confermato le impressioni e le aspettative iniziali, mie e dei lettori.
Vi propongo perciò, dopo un lungo silenzio su questo spazio, l'articolo che ho scritto su queste elezioni regionali in riferimento ai risultati di Marco Fiorentino e alla partita giocata da Pietro Sagristani.
"Il responso delle urne è stato impietoso per Marco Fiorentino, ex sindaco di Sorrento in predicato di assurgere al seggio regionale nella lista del PDL cui è approdato dopo una stagione di forti conflitti interni al partito sorrentino. A leggere il voto, comune per comune, si capisce perché Fiorentino ha “toppato” l’appuntamento decisivo della sua carriera politica: Sorrento l’ha tradito, non gli ha tributato quel consenso plebiscitario che sarebbe servito a fare la differenza e a portarlo a conquistare il seggio regionale piazzandosi nei magnifici 13 del centro-destra napoletano che siederanno nel consiglio regionale presieduto da Stefano Caldoro.
Con l’insuccesso alle regionali cala il sipario sul decennio e più di Fiorentino alla guida della Città del Tasso dove, dal 30 marzo, siede Giuseppe Cuomo. L’ex sindaco ha infatti racimolato poco più di ottomila voti, classificandosi al 18° posto nella lista regionale del PDL che, guidata dalla Ministra Mara Carfagna, ha fatto il pienone di seggi. Sorrento a Fiorentino ha espresso 2861 voti di preferenza, molto al di sotto delle sue aspettative visto che puntava a un risultato di almeno 4500-5000 voti indispensabili per coltivare sogni di gloria. Gli altri Comuni della Penisola hanno diversamente concorso a formare lo zoccolo duro, sul piano elettorale, di Fiorentino, ma a conti fatti non è servito. A Massalubrense sono stati in 1098 a votare per Fiorentino; 852 a Piano di Sorrento; 461 a Sant’Agnello; 355 a Meta; 445 a Vico Equense. Altri voti di preferenza li ha raccolti a Castellammare di Stabia (369), ad Acerra (216), a Ercolano (57), ad Afragola (62), ad Anacapri (47), a Bacoli (42), a Gragnano (299), a Pimonte (204). A seguire preferenze sparse più o meno omogeneamente sul territorio, ma insufficienti a trasformare Fiorentino in un consigliere regionale. Nel PDL sorrentino, per la verità, non si respira aria di sconfitta per la mancata elezione regionale di Fiorentino. Qualcuno azzarda un ragionamento: “…si è misurato ed ha fallito! Ora il Partito si libera della sua presenza perché alla prova decisiva, nonostante tutto, è venuto meno…”. In fondo la mancata elezione di Fiorentino alla regione fa tirare a tutti un sospiro di sollievo perché, diversamente, il suo peso sulla politica comunale sarebbe cresciuto ai danni di chi intende voltar definitivamente pagina rispetto alla sua gestione del Palazzo. Sprizza soddisfazione per il risultato elettorale regionale dell’UDC il consigliere provinciale Pietro Sagristani, da sempre acerrimo avversario di Fiorentino, il solo ad auspicare “coram populi” la bocciatura del sindaco di Sorrento. In effetti per Sagristani, che secondo attenti osservatori, non sembra mai sbagliare una mossa sul piano politico, si apre una stagione decisiva per il suo futuro politico. Sgomberato il campo da quella che poteva rivelarsi una presenza ingombrante (Fiorentino alla regione, ndr), per Sagristani si tratta di verificare a breve il rispetto degli accordi pre-elettorali tra UDC e PDL alla Provincia di Napoli dove si prepara il rimpasto dell’esecutivo presieduto da Luigi Cesaro. Sagristani dovrebbe essere promosso subito in giunta provinciale e ottenere anche la delega di vice presidente in base agli accordi sottoscritti con l’On. Ciriaco De Mita di cui Sagristani è un pupillo.
Se quella di Fiorentino è stata una delusione, per Flora Beneduce, primario ospedaliero a Vico Equense e risultata la 2° dei non eletti, il responso delle urne assomiglia ancora di più a una beffa. Potrebbe tornare nel grande giro in caso di dimissioni o di sopraggiunte incompatibilità con incarichi assessoriali da parte di consiglieri neo letti, ma Caldoro sembra intenzionato a nominare in giunta solo i consiglieri regionali eletti, mettendo praticamente fine al mercato del consenso inaugurato da Antonio Bassolino.
Abortite tutte le altre candidature – dal PD ai Radicali e all’Udeur – la Regione per la Penisola Sorrentina resta un miraggio e il neo sindaco Cuomo con gli altri colleghi della Penisola dovrà prodigarsi per consolidare alleanze con i nuovi vertici regionali al fine di veder rappresentate nel governo regionale le istanze di una realtà peninsulare da troppi anni incapace di fare sistema, anche sul piano elettorale, per aggiudicarsi ruoli di responsabilità nei centri di governo e di comando. L’ultima speranza di assurgere a ruoli istituzionali di primo piano è unanimemente riposta in Pietro Sagristani, stando anche il clamoroso fallimento delle politiche elettorali dell’IDV di Nello Di Nardo e Antonio Palagiano, che da questo momento dovrà mettersi al lavoro per non mancare l’appuntamento con le prossime elezioni politiche che, a dispetto delle previsioni, potrebbero anche essere dietro l’angolo.
mercoledì 10 febbraio 2010
A proposito della censura RAI e dell'incriminazione di Bertolaso...
In meno di 24 ore si sono verificati due episodi di inaudita gravità: la censura ai programmi di approfondimento politico imposta dalla Vigilanza Rai e lo scandalo della Protezione Civile per gli appalti alla Maddalena con il coinvolgimento di Bertolaso quando era prossimo a salire sul carro governativo come Ministro della Repubblica per gli alti meriti conseguiti nelle emergenze nazionali ed internazionali (caso Clinton a parte!). In più col regalo della Protezione Civile SpA che, al di fuori di ogni regola e di ogni controllo, dovrebbe gestire tutto, ma proprio tutto, sulle calamità e sulle emergenze naturali nel nostro Paese. E non è detto che la SpA non nasca lo stesso visto che è all'ordine del giorno della Commissione parlamentare. Procediamo con ordine. La decisione della Commissione di vigilanza RAI è coerente con il modello di società, e con esso di informazione, che promana da queste forze politiche di governo. Con tutti gli sforzi e la buona volontà di voler essere super partes e di non voler assolutamente agire secondo pregiudizio (ma perchè quando un giornalista scrive o parla di un argomento dev'essere sempre considerato di parte?) la decisione mortifica non solo la professionalità degli operatori di comunicazione della TV pubblica pagata dai cittadini con il canone (quelli mediaset invece potranno fare quello che vogliono, tanto lavorano per il Capo), ma altera evidentemente le regole del gioco della politica e delle elezioni: venendo meno il confronto diretto, la contrapposizione di idee, di programmi, di progetti, di opinioni e di critiche si vuole scientemente impedire al cittadino-elettore di farsi un'opinione e di votare operando una scelta.
No, questo per il Governo non dev'essere possibile e tutti i discorsi devono avvenire esclusivamente nelle tribune elettorali con spazi contingentati in rapporto alla rappresentatività parlamentare: quindi nessun confronto di idee...evviva la libertà!
Non credo che la maggioranza degli Italiani abbia letteralmente perduto la ragione da considerare normale questo modo di governare e credo che quando un potere arriva a tanto, cioè a ridurre gli spazi di libertà comunicativa, a impedire la libera circolazione delle idee sui media lo fa solo perchè ha qualcosa, o troppo, da temere!
E veniamo a Bertolaso: indipendentemente dagli esiti dell'inchiesta in cui è coinvolto qui dobbiamo metterci daccordo su un fatto: vogliamo che la giustizia faccia la sua parte (l'inchiesta è scattata, da quel che se ne sa, quasi incidentalmente per intercettazioni diverse) o la vogliamo abolire del tutto?
Perchè non è più possibile che, ogni qualvolta un politico viene indagato, a ragione o a torto, automaticamente scatta il coro delle solidarietà a presciendere, ma soprattutto delle tutele!
Per il semplice cittadino ciò non avviene, non può e non deve avvenire altrimenti qui finisce che ci ammazziamo l'uno con l'altro, come in effetti sta già avvenendo per il sistematico venir meno di senso civico, morale e di rispetto per le leggi e per chi le rappresenta.
Così anche la politica finisce per essere delegittimata e travolta...Attenzione quindi a non scherzare col fuoco perchè inevitabilmente ci si scotta.
Una volta quando la mattina si usciva di casa si salutavano mogli e figli dicendo "...vado a lavorare, ci vediamo stasera". Oggi mi vien da pensare che si saluti dicendo "...vado a rubare" visto che di ladri e di mariuoli ne sono piene le istituzioni a tutti i livelli, le aziende (addirittura il padre del Presidente di Confindustria è indagato per riciclaggio di rifiuti tossici), il sistema Italia.
E quale miracolo ci aspettiamo da questo Paese e da questa gente? Ce lo dica qualcuno se ne ha il coraggio o l'incoscienza!
No, questo per il Governo non dev'essere possibile e tutti i discorsi devono avvenire esclusivamente nelle tribune elettorali con spazi contingentati in rapporto alla rappresentatività parlamentare: quindi nessun confronto di idee...evviva la libertà!
Non credo che la maggioranza degli Italiani abbia letteralmente perduto la ragione da considerare normale questo modo di governare e credo che quando un potere arriva a tanto, cioè a ridurre gli spazi di libertà comunicativa, a impedire la libera circolazione delle idee sui media lo fa solo perchè ha qualcosa, o troppo, da temere!
E veniamo a Bertolaso: indipendentemente dagli esiti dell'inchiesta in cui è coinvolto qui dobbiamo metterci daccordo su un fatto: vogliamo che la giustizia faccia la sua parte (l'inchiesta è scattata, da quel che se ne sa, quasi incidentalmente per intercettazioni diverse) o la vogliamo abolire del tutto?
Perchè non è più possibile che, ogni qualvolta un politico viene indagato, a ragione o a torto, automaticamente scatta il coro delle solidarietà a presciendere, ma soprattutto delle tutele!
Per il semplice cittadino ciò non avviene, non può e non deve avvenire altrimenti qui finisce che ci ammazziamo l'uno con l'altro, come in effetti sta già avvenendo per il sistematico venir meno di senso civico, morale e di rispetto per le leggi e per chi le rappresenta.
Così anche la politica finisce per essere delegittimata e travolta...Attenzione quindi a non scherzare col fuoco perchè inevitabilmente ci si scotta.
Una volta quando la mattina si usciva di casa si salutavano mogli e figli dicendo "...vado a lavorare, ci vediamo stasera". Oggi mi vien da pensare che si saluti dicendo "...vado a rubare" visto che di ladri e di mariuoli ne sono piene le istituzioni a tutti i livelli, le aziende (addirittura il padre del Presidente di Confindustria è indagato per riciclaggio di rifiuti tossici), il sistema Italia.
E quale miracolo ci aspettiamo da questo Paese e da questa gente? Ce lo dica qualcuno se ne ha il coraggio o l'incoscienza!
martedì 9 febbraio 2010
Censura a RAI3 sui temi politici!
Da pochi minuti si è concluso "Ballarò" su RAI 3 e il Comitato di Vigilanza della RAi ha emesso un comunicato che inibisce la messa in onda di programmi a contenuto politco da qui alle elezioni. In questo modo si inibisce il diritto dei cittadini di essere informati non solo dei temi strettamente connessi alla competizione elettorale, ma anche di quelli inerenti la polemica politica. Se questa non si chiama censura, allora il processo di esclusione della pubblica opinione dal confronto sull'attualità è quasi perfettamente compiuto. Si deve alzare un grido di dolore nei confronti di questo ennesimo sopruso perpetrato dalla nomenclatura politica ai danni della nostra comunità. Solo Governanti corrotti possono pretendere l'ignoranza del popolo, la non conoscenza dei fatti, delle circostanze, degli uomini e delle donne che ogni giorno sopravvivono al processo di manipolazione culturale che attenta alla nostra integrità socio-culturale-sanitario.
L'intrusione sistematica della politica nella quotidianità del cittadino sta producendo un effetto devastante per le coscienze e per la civiltà del nostro tempo, rischiando di mandare all'aria ogni progetto di innovazione in primo luogo culturale del contesto locale.
L'intrusione sistematica della politica nella quotidianità del cittadino sta producendo un effetto devastante per le coscienze e per la civiltà del nostro tempo, rischiando di mandare all'aria ogni progetto di innovazione in primo luogo culturale del contesto locale.
venerdì 5 febbraio 2010
L'ignoranza dei nostri Politici sulla Costituzione, ma non solo... Il problema delle nuove povertà!
Nell'Italia contemporanea la conoscenza della Costituzione è privilegio di pochi stando a quanto ci hanno mostrato in Tv "Le Iene" su Italia1. E' sconcertante assistere ai silenzi e ai maldestri tentativi di ricordare qualche parola della Costituzione da parte di chi invece dovrebbe quotidianamente masticarla e avere con essa quella familiarità per la quale ci si intende al volo quando si parla di norme costituzionali che sono innanzitutto garanzie reali per tutti i cittadini. Invece abbiamo assistito a uno spettacolo a dir poco avvilente, che non può far ben sperare per la cura degli interessi generali da parte di questo personale politico che è trasversalmente e profondamente ignorante. Eppure nelle loro mani abbiamo affidato le sorti del Paese o, meglio,son finire in quelle dei Partiti che, adottando la nuova legge elettorale, hanno espropriato i cittadini anche del diritto di "bocciare" nelle urne gli ignoranti, uomini e donne che giammai dovrebbero e potrebbero occuparsi di governo della cosa pubblica.
E' una colpa gravissima di questo ceto politico di centro-destra e di centro-sinistra condito in tutte le salse, perchè i leader riescono a imporre nella formazioni elettorali i loro sudditi, di qualsiasi risma fatti! Ignoranti, ma soprattutto ladroni, inquisiti, indagati e condannati...Così che il Cittadino onesto e giudiziariamente illibato si chiede: perchè devo continuare a osservare la legge se Parlamentari e Governanti la violano sistematicamente e dai suoi rigori sfuggono e si proteggono?
Insomma il Paese reale è sempre più lontano dal Paese politico, cioè da una grossa famiglia che si nutre di politica, di amministrazione della cosa pubblica, che ricava dalla politica e dai vorticosi business che le girano intorno i propri affari e guadagni. Per questo continuano a infarcire le liste di parenti, amici degli amici, amanti e segretarie (con qualche incidente di percorso come è accaduto al sindaco di Bologna).
Quello che voglio evidenziare è che nell'Italia di oggi è sistematicamente violato, tra i tanti e per esempio, l'articolo 3 della Costituzione repubblicana vigente che recita:
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
La maggioranza degli Italiani, oggi, è privata del diritto di partecipazione alla vita pubblica, presa com'è a districarsi quotidianamente nel difficile esercizio della sopravvivenza! Si sopravvivenza...Perchè in quest'Italia senza lavoro, sempre più improduttiva e godereccia, che affida solo al Superenalotto o alle tante lotterie gratta e vinci e slot machine la possibilità di un riscatto o di un'affermazione, la gente ormai fa i conti con i gravi problemi che ogni giorno gli si presentano innanzi e che richiedono, per essere risolti, disponibilità economiche anche consistenti.
Gli Italiani stanno diventando perciò sempre più poveri e sempre più ignoranti: nell'ignoranza non ci può essere sviluppo, progresso nè crescita e successo...
Questa nomenclatura politica come una sanguisuga ci sta togliendo le residue risorse vitali, ci toglie pure lo studio della geografia ai nostri figli in modo che neanche orientarsi nel proprio Paese e nel mondo sapranno fare senza l'ausilio di un "navigatore satellitare" che, insieme ai tanti telefonini sempre più onnipotenti e a facebook perennemente online, potranno controllare tutto di tutti e per sempre.
Schiavi del progresso e delle scoperte scientifiche, ma sempre più ignoranti e incapaci di provvedere a noi stessi, di ragionare e di capire quanto male ci stanno facendo e soprattutto alle nuove generazioni che neanche se ne accorgono dei furti d'identità e di prospettiva futura di cui loro sono vittime ogni giorno: addirittura col loro stesso consenso mediato da social network, da infernali strumenti ipertecnologici grazie ai quali guardano h24 il Grande Fratello o altre amenità di genere, immaginandoci di vivere in un mondo che vogliono anche sempre più omosessuale. Sin dalla culla, perchè anche la distinzione di genere dobbiammo perdere... in virtù di un progresso sempre più sconcertante ai nostri occhi visto che, in fondo, stiamo chiaramente tutti più male!
domenica 24 gennaio 2010
A proposito della mozzarella di bufala dop annacquata con latte vaccino!
E' notizia dell'ultim'ora che Luigi Chianese, Presidente del Consorzio per la Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, sia pronto a rassegnare le dimissioni dalla carica "a conferma di quanto da lui già reso noto dopo la nomina di cinque garanti che si affiancheranno per 90 giorni all'ente consortile, annuncia che rimetterà il proprio mandato al Cda dell'ente al termine dell'iter procedurale disposto dal ministero delle Politiche agricole".
Mondo Agricolo, nel commentare l'ennesimo scandalo che colpisce il cosiddetto oro bianco delle produzioni d'eccellenza italiane, evidenzia: “ Nel prendere atto del commissariamento del Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala disposto dal Ministro Zaia in seguito a controlli effettuati a Novembre 2009 attraverso i quali si è rilevato che nel 25% dei campioni analizzati, le mozzarelle contenevano almeno il 30% di latte di vacca, non possiamo non plaudire all’azione del Ministro delle Politiche Agricole, mirata alla tutela sia di un marchio distintivo dell’intera Campania, esportato in tutto il mondo e con ricadute importanti sull’economia della Campania, sia alla tutela del diritto alla Salute di tutti i cittadini campani e non.
A tal proposito, però, una critica va fatta a quelle associazioni di categoria che puntano il dito solo dopo il misfatto. È fin troppo facile sostenere che il commissariamento era un atto dovuto ed inevitabile o che si era chiesto già da tempo, ma sarebbe cosa migliore intervenire tempestivamente con azioni mirate, orientate anche in senso giudiziario. Finanche la Campania ha le sue colpe. Che sia parte lesa, siamo d’accordo. Ma non l’Ente Regione Campione, bensì il territorio vivo della Regione Campania. È inconcepibile che si gridi al lupo dopo che si è sbranato l’agnello! Mondo Agricolo auspica un maggiore rigore nei controlli a tutela dell’integrità di un prodotto che rappresenta l’eccellenza di un territorio e che non continui ad essere, la nostra mozzarella, terreno di scontro, anche politico, a discapito della qualità ”.
A questo punto andrebbero approfondite le verifiche sulla gestione complessiva del Consorzio dove i conti, secondo indiscrezioni, non tornerebbero del tutto, vista anche l'ingente mole di risorse finanziarie stanziate dalla Regione Campania con finalità promozionali per il rilancio del comparto dopo lo scandalo del latte alla diossina e dopo la soppressione di migliaia di capi di bufale (quante?) per la brucellosi bufalina.
venerdì 22 gennaio 2010
La scuola e le famiglie devono ribellarsi per i continui tagli di risorse alla scuola!
Scuola al collasso con il Ministro Maria Stella Gelmini che taglia altre risorse alla scuola privandola degli strumenti necessari per la sopravvivenza: cancelleria e soprattutto carta igienica e detersivi per assicurare il minimo, normale funzionamento di una struttura pubblica. Un qualsiasi pubblico esercizio che non disponesse di tali servizi per legge viene contravvenzionato e addirittura chiusa dall'autorità sanitaria. Figuriamoci che cosa si dovrebbe fare per le scuole dove quanto a igiene e sicurezza siamo all'anno zero!
E' una situazione paradossale che dovrebbe indignare l'opinione pubblica nazionale perchè la massima autorità da cui dipendono le sorti della scuola, cioè dell'istruzione e della formazione dei bambini, dei ragazzi e dei giovani lavora con l'intento di mortificarne sempre di più le chance per il futuro.
Per i docenti e i dirigenti scoalstici si tratta di una doppia mortificazione: sul piano professionale e su quello didattico. Come è possibile continuare a fare il proprio lavoro in queste condizioni di inagibilità generale?
Se non si reagisce e non si pretende una drastica inversione di rotta soprattutto in considerazione degli sperperi sistematici di risorse finanziarie perpetrate dallo Stato e dai suoi molteplici organismi, c'è il rischio per l'Italia di uscire fuori dal novero delle nazioni moderne.
E' nefasta questa politica del centro-destra sulla scuola: ormai è chiaro l'intento di far crollare dopo il sistema giudiziario anche quello dell'istruzione pubblica: di fronte a questo progetto scellerato, apparso in tutta evidenza in occasione della convention napoletana promossa da Italia Futura, la fondazione di Luca Cordero di Montezemolo, non possiamo che auspicare una forte rivolta delle coscienze.
Diversamente, nell'oblio della conoscenza in cui sta piombando il Paese, corriamo il rischio di un declassamento non solo socio-economico, ma anche culturale delle nuove generazioni.
Non ci possono essere visioni ideologiche, appartenenze partitiche e interessi da difendere per giustificare l'acquiescenza a questa dittatura. E' il momento di suonare un campanello d'allarme per la salvaguardia degli interessi nazionali messi veramente a rischio da queste politiche scellerate.
Riportiamo l'articolo di Repubblica del 22/01/2010:
"Presidi sull'orlo del collasso. Lo scorso 14 dicembre il ministero dell'Istruzione ha comunicato alle scuole le modalità per compilare il cosiddetto Programma annuale (quello che una volta si chiamava Bilancio) e, dopo due semplici conteggi, dirigenti scolastici e Direttori dei servizi amministrativi (un tempo chiamati segretari) si sono accorti dell'ennesimo taglio alle risorse delle scuole. Nel 2010 diventerà ancora più difficile nominare i supplenti e provvedere alle spese di funzionamento per acquistare carta igienica e detersivi per le pulizie, così come materiale di cancelleria. Una cosa è certa: l'ulteriore stretta sui già risicati budget scolastici ha ricompattato lo sfilacciato fronte sindacale della scuola. In una lettera inviata al ministero lo scorso 19 gennaio Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals Confsal e Gilda degli insegnanti hanno chiesto a Giovanni Biondi, capo dipartimento per la Programmazione di viale Trastevere, e al collega Marco Ugo Filisetti, direttore generale per la Politica finanziaria e pper il Bilancio, "un incontro urgente per discutere sui finanziamenti alle istituzioni scolastiche e sulle problematiche sollevate dalla recente nota ministeriale sul Programma Annuale 2010". "Le nostre scuole - scrive la Cisl scuola in una nota - sono ancora una volta costrette a fare i conti con una drammatica mancanza di risorse. La nota/circolare inviata dal Miur lo scorso 14 dicembre - continua - ha un unico pregio: quello di restituire, con evidenza quasi fotografica, l'immagine desolante delle difficoltà che ancora una volta segnano la gestione delle istituzioni scolastiche; difficoltà per le quali non è prospettata, né si intravede, alcuna soluzione". Più netta la posizione della Flc Cgil che parla di scuola "messa a soqquadro da una circolare inapplicabile" che obbliga le scuole "ad agire nell'opacità, senza trasparenza eludendo la veridicità dei dati. Di violare i vincoli giuridici ed etici che debbono contraddistinguere le gestioni pubbliche dello stato". "Le scuole non possono stare al gioco di chi vuole mettere a soqquadro la scuola pubblica obbligando i genitori a finanziarla per intero". Per il 2010, il ministero assegnerà un budget onnicomprensivo, calcolato sulla base di alcuni indici diversi da scuola a scuola: numero degli alunni, numero delle classi e altri parametri. Ma "una volta detratte dalla dotazione annuale le risorse relative al Fondo d'istituto, la spesa per i contratti di pulizie (decurtati del 25 per cento) e, per gli istituti d'istruzione secondaria superiore, l'importo per gli esami a carico delle classi terminali", scrive al ministero Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale presidi, nella disponibilità" degli istituti restano "esigue differenze che dovrebbero coprire le spese per le supplenze brevi e il fabbisogno per il funzionamento".
Ma c'è di più. Il ministero, senza confrontarsi con nessuno, ha deciso di congelare il miliardo di euro di crediti che le scuole italiane vantano nei confronti del ministero per spese spesso già sostenute e di decurtare del 25 per cento i contratti di pulizia nelle scuole a favore delle cooperative esterne Decisione che ha indotto il direttore regionale della regione Piemonte, Francesco de Sanctis, alla clamorosa decisione di prorogare al 28 febbraio il termine ultimo, stabilito dal ministero, per la trasmissione del bilancio. "Si comunica che a seguito delle difficoltà rappresentate da codeste istituzioni scolastiche in relazione all'applicazione della riduzione del 25 per cento delle spese per i contratti di fornitura dei servizi di pulizia, lo scrivente ha avanzato al Miur richiesta di modifica di quanto sopra", stabilendo di fare slittare i termini dal 15 al 28 febbraio.
Ma il ministero fa orecchio da mercante. "Il rischio concreto che si corre - spiegano i dirigenti scolastici aderenti all'Asal (l'Associazione delle scuole autonome del Lazio) - è che le scuole interrompano, più o meno bruscamente, la sostituzione dei docenti assenti con la conseguente lesione del diritto all'istruzione degli alunni, oppure che le scuole continuino a nominare i docenti supplenti" o che, nominandoli ugualmente, si incrementerà il credito nei confronti con l'amministrazione e il contenzioso con i supplenti cui non fosse corrisposta la remunerazione dovuta. Questa seconda ipotesi si è già verifica". E scarseggeranno fogli di carta e toner per le stampanti, così come i detersivi per pulire i locali".
E' una situazione paradossale che dovrebbe indignare l'opinione pubblica nazionale perchè la massima autorità da cui dipendono le sorti della scuola, cioè dell'istruzione e della formazione dei bambini, dei ragazzi e dei giovani lavora con l'intento di mortificarne sempre di più le chance per il futuro.
Per i docenti e i dirigenti scoalstici si tratta di una doppia mortificazione: sul piano professionale e su quello didattico. Come è possibile continuare a fare il proprio lavoro in queste condizioni di inagibilità generale?
Se non si reagisce e non si pretende una drastica inversione di rotta soprattutto in considerazione degli sperperi sistematici di risorse finanziarie perpetrate dallo Stato e dai suoi molteplici organismi, c'è il rischio per l'Italia di uscire fuori dal novero delle nazioni moderne.
E' nefasta questa politica del centro-destra sulla scuola: ormai è chiaro l'intento di far crollare dopo il sistema giudiziario anche quello dell'istruzione pubblica: di fronte a questo progetto scellerato, apparso in tutta evidenza in occasione della convention napoletana promossa da Italia Futura, la fondazione di Luca Cordero di Montezemolo, non possiamo che auspicare una forte rivolta delle coscienze.
Diversamente, nell'oblio della conoscenza in cui sta piombando il Paese, corriamo il rischio di un declassamento non solo socio-economico, ma anche culturale delle nuove generazioni.
Non ci possono essere visioni ideologiche, appartenenze partitiche e interessi da difendere per giustificare l'acquiescenza a questa dittatura. E' il momento di suonare un campanello d'allarme per la salvaguardia degli interessi nazionali messi veramente a rischio da queste politiche scellerate.
Riportiamo l'articolo di Repubblica del 22/01/2010:
"Presidi sull'orlo del collasso. Lo scorso 14 dicembre il ministero dell'Istruzione ha comunicato alle scuole le modalità per compilare il cosiddetto Programma annuale (quello che una volta si chiamava Bilancio) e, dopo due semplici conteggi, dirigenti scolastici e Direttori dei servizi amministrativi (un tempo chiamati segretari) si sono accorti dell'ennesimo taglio alle risorse delle scuole. Nel 2010 diventerà ancora più difficile nominare i supplenti e provvedere alle spese di funzionamento per acquistare carta igienica e detersivi per le pulizie, così come materiale di cancelleria. Una cosa è certa: l'ulteriore stretta sui già risicati budget scolastici ha ricompattato lo sfilacciato fronte sindacale della scuola. In una lettera inviata al ministero lo scorso 19 gennaio Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals Confsal e Gilda degli insegnanti hanno chiesto a Giovanni Biondi, capo dipartimento per la Programmazione di viale Trastevere, e al collega Marco Ugo Filisetti, direttore generale per la Politica finanziaria e pper il Bilancio, "un incontro urgente per discutere sui finanziamenti alle istituzioni scolastiche e sulle problematiche sollevate dalla recente nota ministeriale sul Programma Annuale 2010". "Le nostre scuole - scrive la Cisl scuola in una nota - sono ancora una volta costrette a fare i conti con una drammatica mancanza di risorse. La nota/circolare inviata dal Miur lo scorso 14 dicembre - continua - ha un unico pregio: quello di restituire, con evidenza quasi fotografica, l'immagine desolante delle difficoltà che ancora una volta segnano la gestione delle istituzioni scolastiche; difficoltà per le quali non è prospettata, né si intravede, alcuna soluzione". Più netta la posizione della Flc Cgil che parla di scuola "messa a soqquadro da una circolare inapplicabile" che obbliga le scuole "ad agire nell'opacità, senza trasparenza eludendo la veridicità dei dati. Di violare i vincoli giuridici ed etici che debbono contraddistinguere le gestioni pubbliche dello stato". "Le scuole non possono stare al gioco di chi vuole mettere a soqquadro la scuola pubblica obbligando i genitori a finanziarla per intero". Per il 2010, il ministero assegnerà un budget onnicomprensivo, calcolato sulla base di alcuni indici diversi da scuola a scuola: numero degli alunni, numero delle classi e altri parametri. Ma "una volta detratte dalla dotazione annuale le risorse relative al Fondo d'istituto, la spesa per i contratti di pulizie (decurtati del 25 per cento) e, per gli istituti d'istruzione secondaria superiore, l'importo per gli esami a carico delle classi terminali", scrive al ministero Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale presidi, nella disponibilità" degli istituti restano "esigue differenze che dovrebbero coprire le spese per le supplenze brevi e il fabbisogno per il funzionamento".
Ma c'è di più. Il ministero, senza confrontarsi con nessuno, ha deciso di congelare il miliardo di euro di crediti che le scuole italiane vantano nei confronti del ministero per spese spesso già sostenute e di decurtare del 25 per cento i contratti di pulizia nelle scuole a favore delle cooperative esterne Decisione che ha indotto il direttore regionale della regione Piemonte, Francesco de Sanctis, alla clamorosa decisione di prorogare al 28 febbraio il termine ultimo, stabilito dal ministero, per la trasmissione del bilancio. "Si comunica che a seguito delle difficoltà rappresentate da codeste istituzioni scolastiche in relazione all'applicazione della riduzione del 25 per cento delle spese per i contratti di fornitura dei servizi di pulizia, lo scrivente ha avanzato al Miur richiesta di modifica di quanto sopra", stabilendo di fare slittare i termini dal 15 al 28 febbraio.
Ma il ministero fa orecchio da mercante. "Il rischio concreto che si corre - spiegano i dirigenti scolastici aderenti all'Asal (l'Associazione delle scuole autonome del Lazio) - è che le scuole interrompano, più o meno bruscamente, la sostituzione dei docenti assenti con la conseguente lesione del diritto all'istruzione degli alunni, oppure che le scuole continuino a nominare i docenti supplenti" o che, nominandoli ugualmente, si incrementerà il credito nei confronti con l'amministrazione e il contenzioso con i supplenti cui non fosse corrisposta la remunerazione dovuta. Questa seconda ipotesi si è già verifica". E scarseggeranno fogli di carta e toner per le stampanti, così come i detersivi per pulire i locali".
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