lunedì 19 ottobre 2009

Cosa c'è dietro le rivelazioni del Procuratore Pietro Grasso?

Le rivelazioni del Procuratore Pietro Grasso sulle trattative Stato-Mafia per scongiurare stragi di uomini politici e i contestuali assassini dei giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e degli uomini della loro scorta fanno tremare sia per la disinvoltura della rivelazione, sia perchè trovano conferma i sospetti di chi ha sempre ritenuto collusi gli apparati dello Stato con il crimine mafioso. E' stata barattata la vita di Parlamentari, di Ministri e Segretari di Partito con quella di Magistrati che lottavano la mafia e stavano mettendola alle corde. Quando si tratta è perchè si rischia di perdere la partita e forse la Mafia era consapevole che grazie alle nuove tecniche e filosfie investigative dei Magistrati siciliani, all'azione dei pentiti, si stavano per aprire santuari che avrebbero disvelato il patto scellerato di fatto esistente e dichiarato.
Qualcuno tempo fa criticò il giornalista-scrittore Giorgio Bocca che aveva dichiarato come in Sicilia fosse difficile anche per i Carabinieri non trattare con la Mafia...Scesero in campo un po' tutti, dai vertici dell'Arma ai soliti politici opportunisti e demagoghi: Bocca altro non aveva rivelato che la verità oggi emersa per le dichiarazioni del Procuratore Generale Antimafia Grasso.
E il figlio di don Vito Ciancimino che ha scelto la strada del pentimento per le colpe di famiglia - e che famiglia - sta disvelando scenari incredibili di questi rapporti e gli oggetti di questi negoziati evidentemnte risponde a qualche logica più sofisticata, impensabile fino a qualche anno fa.
Mafia e Politica stanno così attentando all'unità del Paese...Sembra infatti volersi preparare un contesto generale nel quale considerare non illecito e tutto sommato accettabile una trattativa Stato-Mafia. Il Paese, secondo i calcoli di questi poteri, deve abituarsi a quest'idea per essere pronto a digerirne di peggiori evidentemente sfuggite al controllo e prossime a far capolino nel già aspro dibattito politico italiano.
In questo caso non sarebbe inaccettabile una collusione, anche eccellente, tra Stato e Mafia...Insomma un po' come col caso-escort di Berlusconi. Anche il Premier è un uomo e può andare a puttane. Alla fine ci si convince che è normale e che non riguarda l'esercizio del governo e la gestione del potere politico! Lo stesso si intende fare con la Mafia? In fin dei conti è una specie di Stato nello Stato col quale non è poi così scandaloso negoziare, soprattutto se alla fine ci si guadagna qualcosa e qualcuno ci rimette la pelle: fa parte del gioco, o no? Se si sviluppa indifferennza, insensibilità e tolleranza verso tutto ciò allora è possibile che qualcuno stia preparando un brutto scherzo alla democrazia italiana.

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