Oggi sfogliare un giornale ha richiesto uno sforzo incredibile perché non si contavano gli episodi di malcostume e di malgoverno accertati dalla Magistratura. E non era ancora scoppiato il caso-Mastella, la vergogna campana che ci condanna senza appello come una regione incapace di reagire e di dire no alla delinquenza organizzata in forma mafiosa o politica: tanto sono la stessa cosa per gli effetti che producono sulla società.
Ma non voglio parlare della Campania, piuttosto di un imprenditore milanese, plurimiliardario e sconosciuto al 99% degli italiani, finito in manette insieme a un politico locale col quale trafficava in tangenti e fondi neri.
Si chiama Giuseppe Grossi e il nome non dice niente, tranne che negli ambienti collusi e in quelli di Cielle dove il Grossi è un’autorità. Il Corriere della Sera ci ha parlato di lui come del “re delle bonifiche lombarde”.
Vive nell’est milanese dove possiede, nei pressi della sua villa, alcuni capannoni oltre a un eliporto con tanto di elicottero personale.
In uno di questi capannoni Grossi ospita una collezione di motoscafi Riva; in un secondo capannone conserva gelosamente una collezione di auto e moto d’epoca italiane fino al 1970 tra cui: 20 Ferrari, svariate Lamborghini, Fiat Balilla e Moto Guzzi.
Ha un dipendente, un meccanico, il cui lavoro quotidiano consiste soltanto nell’accendere e nello spegnere i motori del suo straordinario parco auto-moto.
“Green Holding” è la sua società che ne controlla molte altre, evidentemente un sistema di scatole cinesi che gli ha sin qui consentito di fare affari e soprattutto di nascondere denari che non si capisce bene da che cosa siano prodotti oltre che dal malaffare ai danni della pubblica amministrazione.
Tra le sue svariate proprietà immobiliari spicca un castello, Palazzo Visconti in provincia di Bergamo, che risalirebbe addirittura all’innominato dei Promessi Sposi.
La sua corsa spasmodica alla ricchezza è finita ieri mattina – almeno così si spera – con le manette ai polsi e con l’accusa di aver accumulato fondi neri, non si sa bene per fare cosa e per pagare chi…
Uno scandalo, perché questo signore è sicuramente un plurievasore otlre che un imbroglione, eppure trattava con tutti: politici, imprenditori, associazioni religiose e pseudo tali, forse anche il crimine organizzato perché di questi affari la mala non ne fa fare a chiunque e...soprattutto di tali dimensioni! Sono state anche accertate spese per 6 milioni e 400mila euro in acquisto di orologi da collezione che non si sa bene a chi siano finiti!
Questa è l’Italia ladrona, l’Italia che ci sta ammazzando e che si sta distruggendo irrimediabilmente, nell’indifferenza dei più che continuano a pensare a Berlusconi e alle sue pseudo-traversie giudiziarie. Intanto sta affogando, per esempio, la RAI, la Tv di Stato senza programmi, senza visione strategica per il futuro, in calo vertiginoso di pubblicità e quindi prossima al fallimento, con migliaia di dipendenti che finalmente si accorgeranno che a furia di fare i servi sciocchi del padrone di turno, ed oggi n particolare di Berlusconi, alla fine il posto di lavoro seriamente rischiano di perderlo.
Questa è la nostra Italia, quella che vorremmo competitiva e apprezzata nel mondo per il made in Italy, come dichiarava la Biagiotti ieri a Ballarò, un’Italia che invece è incapace di reagire perché assuefatta a un gioco subdolo che offusca ogni capacità di critica.
E non è che sul fronte opposto si stia meglio. Il centro-sinistra continua nella sceneggiata estemporanea delle primarie, mentre l’Italia cade a pezzi, la gente perde il posto di lavoro, le famiglie non hanno soldi e soprattutto non hanno speranza nel futuro, mentre viene sancito ldal Parlamento la fine di una professione, quella dell'insegnante, perchè l'unico docente deve restare la Tv del Capo.
E i Sindacati nicchiano!
Questa non è l’Italia che vogliamo e dobbiamo trovare la forza, ma soprattutto il coraggio per reagire, per difenderci da questa orda barbarica che sta assassinando il nostro futuro e soprattutto quello dei nostri figli.
Loro se ne fregano di noi, ci utilizzando e noi, sciocchi, cadiamo nel loro gioco e ci schieriamo…
Il Ministro Alfano, quello del lodo sciocco (del primus super pares) per il quale dovrebbe solo dimettersi dopo la sonora bocciatura della Suprema Corte – e con lui gli avvocati del Premier – subito ha disposto di perseguire chi su facebook ha fatto la goliardata di creare un gruppo denominato: “Uccidiamo Berlusconi”.
Si è riunito addirittua il Comitato per la Massima Sicurezza, per proteggere il Premier e per perseguire duramente quei buontemponi, quei ragazzi che con tanto di volto e di dichiarazioni hanno pensato di manifestare solo il loro disagio, la loro sofferenza, la loro voglia di dire basta a un Paese che da mattina a sera ormai parla solo ed esclusivamente di Berlusconi.
Credetemi, davvero non se ne può più perchè ci chiudono gli occhi sul mondo e sul futuro.
Quando il troppo è troppo la reazione è scontata e pericolosa, per tutti, non solo per Berlusconi!
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