mercoledì 25 novembre 2009

La normalizzazione di Berlusconi...le mafie che dominano la scena e un Paese che langue e delinque!

Alla fine Paolo Ruffini è stato silurato alla guida di RAI 3 e stupisce che il presidente Paolo Garimberti, adducendo motivazioni inconcludenti, abbia votato in favore della nomina di Di Bella. E' dura mantenere la barra a dritta!
Qui non si tratta di scegliere tra professionisti, piuttsto di non assecondare i "desiderata" del Capo del Governo che intende normalizzare l'informazione, narcotizzzare il Paese, esercitare un controllo assoluto sull'informazione, annullare la giustizia dopo aver svuotato le coscienze della cultura della legalità grazie alla quale un Paese può essere considerato tale e non una repubblica delle banane dove a comandarla sono le bande di affaristi e ladroni. Il suo è un progetto folle, quasi eversivo e ci dispiace doverlo rilevare...
Perchè Berlusconi sta portanto l'Italia allo sfascio?
E' questo l'interrogativo cui cerchiamo una risposta e stupisce che ampie fette dell'opinione pubblica non sembrano ancora accorgersi della gravità della situazione.
Le rivelazioni dei pentiti di mafia ormai sistematicamente tirano pesantemente in ballo il Premier, Parlamentari a  lui vicinissimi fino al Presidente del Senato Renato Schifani: e non parliamo della politica campana! Ma che vogliono questi pentiti e perchè stanno vuotando il sacco con le loro verità che, ci auguriamo, non siano la verità, perchè altrimenti l'Italia sarebbe letteralmente in mano alla Mafia, alla Camorra, alla Ndrangheta...
Genti illuminate non sottovalutiamo tutto ciò perchè, è chiaro, qualcosa deve essersi rotto in questo speciale equilibrio di rapporti e affari che intercorre tra pezzi dello Stato e le Mafie che, senza scrupoli, fanno la parte più sporca del lavoro rispetto a quello dei colletti bianchi. Ci sono verità che non vogliamo ascoltare perchè comportano l'assunzione di responsabilità e di decisioni, ci sono contraddizioni laceranti, ci sono morti e traditi che reclamano onore, rispetto, vendetta!
Le camorre vestano tanti panni e sono nelle istituzioni locali come ha evidenziato il Governatore della Banca d'Italia...Il guaio è che il Paese sembra aver perduto la capacità di indignarsi e delinque senza accorgersene, assumendo comportamenti mafiosi nella quotidianità. Questo è il vero danno che hanno prodotto e dal quale non sarà facile riprendersi!

martedì 17 novembre 2009

"ino"...il suffisso di cui liberarsi in Campania!

C'è un suffisso, "ino", di cui dobbiamo liberarci se vogliamo davvero promuovere la rinascita della Regione Campania: è il suffisso comune a Bassolino e Cosentino, ciascuno dei quali ha colpe e responsabilità tali - omettiamo i meriti che eventualmente pure possono vantare - da richiedersi una conversione a 180 gradi se vogliamo nutrire la speranza di una rinascita civile, sociale, culturale ed economica indispensabile per recuperare un protagonismo vero sugli scenari nazionali ed internazionali ad una delle più belle regioni d'Italia.
Questo suffisso ha condizionato e rischia ancora di condizionare la vita di questa Regione per cui i Partiti possono partire propria da questa "banale considerazione" per far largo a nomi e volti nuovi della politica regionale, magari senza incarichi parlamentari che sembrano più funzionali ad assicurare un "ombrello protettivo sul piano giudiziario in via preventiva" anzicchè costituire prestigio per l'Istituzione.
Nessuno in questi giorni ha risposto a un interrogativo che ritengo sia molto preoccupante per il futuro della Campania e di Napoli: il passaggio alle province, dal 2010, delle competenze in materia di rifiuti che potrebbe essere una delle ragioni per le quali occorre costruire un asse strategico tra regione, province ed enti locali.
Allo stato dell'arte nessuno degli "ino" sulla scena è in grado di dare garanzie, anzi!
Oggi discontinuità significa pure non utilizzare le primarie nel centro-sinistra per garantire continuità al sistema del Governatore! I timori espressi dall'On. De Luca da Salerno in questo senso sono comprensibili ed anche legittimi.
La Campania è alla vigilia della sfida conclusiva, quella più importante per restare in carreggiata! Se non cambiano uomini, idee e ambiti di riferimento siamo destinati a soccombere, senza prova d'appello perchè queste le si può consentire a chi ha almeno mostrato buon senso, non al popolo bue, di centro-sinsitra e di centro-destra che sia!

venerdì 13 novembre 2009

Meglio legiferare sull'esclusiva immunità del Premier...E in Campania occorre discontinuità rispetto a tutto!

E' stata una settimana di fuoco sul fronte giudiziario per le note vicende che hanno coinvolto l'On. Nicola Cosentino ed altri esponenti di primo piano del centro-destra nell'ambito di inchieste sui rapporti tra politica e clan dei casalesi. Sulla testa di Cosentino pende una richiesta di arresto presso la Giunta delle Autorizzazioni a Procedere della Camera dei Deputati, il dibattito si è infuocato e nuove proposte di legge sono state confezionate dai legali del Premier Silvio Berlusconi per "riformare" la giustizia.
Nasce così il "processo breve": praticamente se nello spazio di due anni il giudice non pronuncia la sentnza il processo salta.
Praticamente un'immunità generalizzata sulla quale si stanno registrando, per fortuna, le prese di distanza da un variegato mondo politico, ma non solo, che comprende lo stravolgimento delle regole democratiche che deriverebbe dall'introduzione di una siffatta norma.
Ormai è chiaro a tutti che il Premier è alle prese con un vero e proprio braccio di ferro con i giudici che si occupano dei suoi casi e teme il loro verdetto che, oltre ai problemi obiettivi che comporta, renderebbero impossibile la sua permanenza alla guida del governo.
Domanda: ma si può sfasciare ulteriormente l'Italia pur di assecondare un interesse personale del Presidente del Consiglio? A qiesto punto non resta meglio da fare che varare una legge ad hoc per renderlo immune dagli effetti di queste sentenze - se dovessero essere per lui negative - a patto però che abbandoni la vita pubblica e consenta al Paese di rimettersi in corsa uscendo dall'impasse in cui versa ormai da troppo tempo. Qui non si tratta di favorire una aprte a discapito dell'altra: si tratta piuttosto di prendere atto della situazione, di scongiurare un ulteriore forzatura del sistema democratico pur di assecondare gli interessi del Premier e creare le condizioni affinchè l'Italia non diventi per davvero una "repubblica delle banane".
Dopodichè il centro-destra sarà libero di scegliere un proprio leader, di presentarsi al Paese con un programma nuovo dove non venga tutto monopolizzato dagli interessi di uno solo. Idem per il centro-sinistra che potrebbe confrontarsi sui programmi puttosto che animare i "soliti siparietti" grazie ai quali riesce a far mancare i numeri in Parlamento pur di non votare a favore della mozione contro il sottosegretario Cosentino.
Si badi bene che qui si cerca soltanto di guardare a quello che è l'interesse generale del Paese, non quello di una o dell'altra o più parti del sistema politico italiano.
E veniamo al caso-Cosentino. Il sottosegretario all'economia e coordinatore del PDL campano sostiene di aver incassato la solidarietà di Berlusconi (mal comune mezzo gaudio) e di aver ottenuto il via libera per la candidatura alla presidenza della Regione Campania.
Non è vero, perchè se Berlusconi gli ha suggerito di tener duro per rappresentare nell'opinione pubblica un'immagine vincente e di perseguitato politico, dall'altro gli ha pure detto che la sua è un'incandidabilità oggettiva...A meno che non decida di voler sentir scattare le manette ai propri polsi ancor prima di insediarsi alla guida della Regione, perdendo quell'immunità grazie alla quale i politici sono "diversi dagli altri cittadini"!
Non siamo noi a doverci esprimere sulla colpevolezza o meno di Cosentino, ma certamente non vogliamo ritrovarci con un possibile presidente di regione che, eventualmente eletto dal popolo sovrano, riterrebbe per questo di essere al di sopra della legge, come fa Berlusconi.
In Campania il centro-sinistra ha governato male, forse malissimo soprattutto perchè si è mostrato incapace di una gestione democratica e trasparente, ma soprattutto è stato coinvolto in lungo e in largo in inchieste della Magistratura serie che ne hanno minato la credibilità.
La crisi del centro-destra però non può diventare l'alibi dietro cui nascondere la profonda esigenza di cambiamento che proviene dalla base, stanca del modo di governare la cosa pubblica da parte di un ceto politico particolarissimo sotto tutti i punti di vista.
Per questo il centro-destra ha bisogno di candidare persone credibili, pulite, all'altezza della sfida cui sono chiamate...Non è possibile che dopo Rastrelli in Campania non ci sono più persone perbene in quest'area politica per cui è il momento di uno scatto d'orgoglio per recuperare un prtoagonismo altrimenti irrimediabilmente perduto.

lunedì 9 novembre 2009

Sul crocifisso sono daccordo con Marco Travaglio, ma Scalfarotto (PD) dice no!

Il giornalista-scrittore Marco Travaglio è quello che, meglio di ogni altro nel tambureggiar dei cannoni fino alla squallida esibizione della Santanchè in televisione, ha espresso un'opinione suffragata da un serio ed ampio ragionamento sull'opportunità di non rimuovere dalla scuole e quindi da ogni altro luogo il crocifisso.
Su "Il fatto quotidiano" del 5 novembre ha scritto un editoriale dal titolo: "Ma io difendo quella croce" di cui riproponiamo i passi salienti.
"...Se dobbiamo difendere il crocifisso come , tanto vale staccarlo subito. Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare).
Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. E' da duemila anni uno sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L'immagine vivente di libertà e di umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all'ingiustizia, ma soprattutto di laicità ("date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio") e gratuità ("Padre perdona loro perchè non sanno quello che fanno"). Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all'asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai mussulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l'ideologia più pagana della storia, il nazismo - l'ha ricordato Antonio Socci - a scatenare la guerra ai crocifissi. E'significativo che oggi nessun politico nè la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo. Eppure basta prendere a prestito il lessico familiare di Natalia Ginzburg, ebrea e atea, che negli anni ottanta scrisse: "Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. E' l'immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l'idea dell'uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente...Perchè mai dovrebbero sentirsene offesi gli scolari ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato morto nel martirio come milioni di ebrei nei lager? Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli.
A me sembra un bene che i bambini, i ragazzi lo sappiano fin dai banchi di scuola". Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi e nessuno - ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia - si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso.
Ma, all'uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo. Forse la gerarchia è troppo occupata a fare spot per l'8 per mille, a batter cassa pe rle scuole private e le esenzioni fiscali, a combattere Dan Brown e Halloween e le manca il tempo per quell'uomo in croce. Anzi, le mancano proprio le parole. Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali".
E veniamo al battesimo politico del neo vice segretario nazionale del PD, Ivan Scalfarotto, che sull'argomento ha dichiarato: "...I crocifissi? Via dalla scuole e via soprattutto dai tribunali. la giustizia si amministra in nome del popolo italiano e deve essere uguale per tutti. Anche per i non cristiani".
Si metta daccordo con il suo segretario Pierluigi Bersani che appena qualche giorno fa aveva detto esattamente il contrario e cioè che il crocifisso deve rimanere nelle scuole...
Insomma questa "politica nuova" del PD comincia male, a nostro avviso, su argomenti delicati...E certe "promozioni politiche", come quelle di Scalfarotto, a nostro avviso sono discutibili perchè destinate solanto ad animare contraddizioni, ad accrescerne l'inaffidabilità rispetto a un elettorato che, sicuramente stressato da Berlusconi&Co, non riesce a guardare con fiducia a quest'area democratica ambigua, senza veder pregiudicati alcuni valori il cui recupero è essenziale per voltar pagina nel nostro Paese e guardare con più serenità al futuro.

sabato 24 ottobre 2009

Mala tempora currunt...

Dopo le escort di Berlusconi è la volta dei trans di Marrazzo. Insomma con tutti gli impegni e con tutte le responsabilità di governo che dicono di avere (centrale e regionale), questi uomini politici hanno tutto il tempo per coltivare le proprie passioni e per soddisfare le proprie voglie erotiche, sborsando pure fior di quattrini a quanto pare.
Se Berlusconi dichiara, e perchè non credergli, di non aver mai pagato una escort per le sue prestazioni (evidentemente lo facevano altri per lui), quello che più stupisce è che uno come Marrazzo possa spendere per un incontro con un trans brasiliano addirittura 3000 euro che i suoi ricattatori hanno visti in bella mostra sul comodino e li hanno rubati insieme ad altri 2000 che Marrazzo aveva nel portafogli custodito nei pantaloni che, al momento dell'irruzione, non indossava e non solo quelli.
Ma con quanto contante in tasca gira Marrazzo presidente della Regione Lazio?
Da dove proviene tutto questo denaro e per fare che cosa, oltre che per pagare prestazioni sessuali?
Sono interrogativi legittimi, almeno credo, che meritano una risposta perchè si tratta di una disponibilità corrente quantomeno insolita...e fermiamoci qua!
Ormai su gusti e orientamenti sessuali è vietato esprimere opinioni: di fatto abbiamo sancito che ognuno è assolutamente libero di fare sesso con chi gli pare, di soddisfare con chiunque i propri istinti ed esprimere come crede la propria affettività: quindi uomini con donne e viceversa; uomini con uomini; donne con donne; uomini e donne con i trans e tutte le altre molteplici varianti presenti sul mercato.
Varianti che però non finiscono qui, perchè questa libertà presto finirà con l'includere anche la pedofilia che, storia insegna, è amore antico e nobile...
Non escludiamo la zoofilia, perchè qualche politico ce lo potremmo presto ritrovare alle prese con qualche gallina, pecora, cane o cavallo e tutti a gridare: ognuno in privato può fare quel che vuole!
Se questi sono i nostri moderni princìpi e queste le nuove regole che la politica afferma e che la società italiana pretenda vengano rispettate, va da sè che le stesse regole valgono per tutti i cittadini...italiani e non, inclusi gli extracomunitari.
Oppure dobbiamo rivolgerci alla Suprema Corte per veder ristabilito il principio che anche dinnanzi alle tendenze sessuali non c'è un "primus super pares"? Quindi diamoci dentro e senza inibizioni a tutte le nostre più sfrenate passioni e tendenze....E vai!
Ogni società esprime al governo del proprio Paese chi sente più prossimo, chi ritiene sia in grado di soddisfare al meglio le proprie aspettative e si muova in tal senso. 
Quindi un governo, a tutti i livelli, immagine del Paese reale. Se questo è il nostro Paese reale allora bisogna chiedersi che cosa c'è dietro l'angolo, quali sorprese ci attendono ancora.
Il pentito di mafia che dichiara agli atti di un processo che Berlusconi e Dell'Utri erano i riferimenti politici istituzionali di Cosa Nostra dal 1994 e che hanno soddisfatto le aspettative delle famiglie dovrebbe farci inorridire e pretendere spiegazioni, non chiacchiere! Invece la notizia passa in secondo e terzo piano, offuscata dalla storia dal transessuale brasiliano di Marrazzo...
E ancor ci stiamo a chiedere quale fine farà l'Italia se non si ferma la giostra e qualcuno, più di uno per la verità, non si decide a scendere?
A furia di abituarci a tutto stiamo perdendo il senso della realtà e da lunedì il trans ce lo ritroveremo pure nella casa del Grande Fratello che per 100giorni delizierà le platee televisive italiane, più o meno giovani e giovanissime completando così l'opera di annichilimento cerebrale e di orientamento dei gusti e delle tendenze e delle pubbliche e private virtù.
Se poi all'Isola dei Famosi ci volevano mandare pure il bandito Mesina il circolo si chiude.
E allora ci sono proprio tutti e se vanno in Tv e nei reality mica sono tutti cattivi? Anzi vedi che son pure simpatici e interessanti!
Se Marrazzo va col trans e nella casa c'è un trans che male c'è a provare l'esperienza, sotto gli occhi del GF che rende tutto legittimo e familiare?
Berlusconi ha sdoganato le escort, professione sempre più ambita e produttiva in termini di reddito...Marrazzo ci ha pensato coi trans dimostrando, portafogli alla mano, che è un vizietto che costa caro ed è quindi redditizio...
Insomma i "nostri amici" stanno pensando ai mestieri del futuro per le presenti e future generazioni, fatto salvo che restino sempre loro ai posti di comando per guadagnare anche quello che occorre a pagarle queste prestazioni!

giovedì 22 ottobre 2009

Regole etiche in politica ed economia, la questione morale...secondo Giovanni Sartori

Gli scandali che si susseguono a ritmo incontrollabile in ogni angolo del Paese meritano una rfilessione più illuminata. Vi propongo questo intervento di Giovanni Sartori, pubblicato sul Corriere della Sera il 13 agosto 2005

Sappiamo da Machiavelli in poi che la politica è diversa dalla morale. Secoli dopo si è stabilito che anche l’economia è diversa dalla morale. Ma la distinzione tra etica, politica ed economia distingue tra sfere di azione, tra campi di attività. In concreto, e a monte di queste differenziazioni, esiste la singola persona umana che non è trina ma soltanto una, e che può variamente essere una persona morale, amorale o immorale.
E quando si dibatte la «questione morale» è di questo che si dibatte, è da qui che si deve partire. Le persone morali sono tali in tutto: anche in politica e anche in economia. Le persone amorali non promuovono il bene ma nemmeno si dedicano al male, anche perché sono fermate, nel malfare, da freni interiorizzati. Invece le persone immorali ridono dei cretini che credono nei valori e non sono fermate da nulla (o soltanto dal pericolo di finire in prigione). Per i primi non è vero che il fine giustifica i mezzi. Per i secondi il fine può giustificare qualche mezzo scorretto, ma non tutti. Per le persone immorali il fine di fare soldi o di conquistare potere giustifica qualsiasi mezzo: non c’è scrupolo, non c’è «coscienza » che li fermi.
Mio padre era un industriale il cui stabilimento venne distrutto dal passaggio della guerra nel 1944.
Lui si incaponì nel tentativo di ricostruirlo per non lasciare i suoi operai — circa 400, che conosceva uno per uno — sul lastrico. Quel tentativo non poteva riuscire e difatti fallì. È che mio padre era una persona perbene, e io lo rispetto per questo. Ma è di tutta evidenza che per i vari Ricucci, Gnutti e Fiorani mio padre era soltanto un fesso. E ai loro occhi lo sono sicuramente anche io, visto che anche io cerco di essere una persona perbene.  Tanto le persone perbene quanto le persone «permale » esistono sempre e ovunque. Ma la crisi dell’etica che contraddistingue il nostro tempo ne ha modificato le distribuzioni. I perbene diminuiscono, i «permali» crescono. Inoltre i perbene restano a terra, i «permali» salgono e comandano. Infine sta sempre più dilagando un intreccio perverso tra economia e politica.
E la questione morale è la denunzia di questo andazzo.
Ma perché scoppia ora? E perché la questione morale è più grave in Italia che altrove? Scoppia ora, rispondo, perché tardi è meglio che mai; e scoppia ora perché i neo-pescecani di assalto del capitalismo speculativo sono finalmente stati scoperchiati. Finora i vari Ricucci, Fiorani e Gnutti l’avevano fatta franca; ma ora sono indagati per insider trading, aggiottaggio, falso in bilancio, falso in prospetto, abuso di ufficio, e altro ancora. Aggiungi l’aggravante che su tutto questo andazzo aleggia l’ombra lunga e sempre sospetta di Berlusconi. Il cattivo esempio e il contagio vengono da lui. Come scrive Ilvo Diamanti su Repubblica, con il berlusconismo non c’è più «scandalo che riesca a scandalizzare», ed «è dilagato un profondo disincanto. La convinzione che tutto è lecito. Basta non farsi scoprire. L’evasione fiscale... il ricorso alle relazioni informali e amicali. In ogni campo, in ogni occasione. Il senso cinico ha avvolto e logorato il senso civico». Il che ci lascia con «un Paese soffocato dal sottobosco, con la città cinica retta dalla tribù dei più furbi».
Non si potrebbe dire meglio. Il nostro è ormai un Paese sporco, molto sporco.
Sono un moralista? Sì, ma non perché faccio confusione tra etica e politica; lo sono in quanto sostengo che deve esistere una moralità politica e, alla stessa stregua, una moralità economica; e che in tutti i settori della vita associata devono esistere regole che le persone perbene rispettano. Appunto, le persone perbene.

Giovanni Sartori

mercoledì 21 ottobre 2009

Da Grasso a Grossi, il faccendiere plurimiliardario milanese....

Oggi sfogliare un giornale ha richiesto uno sforzo incredibile perché non si contavano gli episodi di malcostume e di malgoverno accertati dalla Magistratura. E non era ancora scoppiato il caso-Mastella, la vergogna campana che ci condanna senza appello come una regione incapace di reagire e di dire no alla delinquenza organizzata in forma mafiosa o politica: tanto sono la stessa cosa per gli effetti che producono sulla società.
Ma non voglio parlare della Campania, piuttosto di un imprenditore milanese, plurimiliardario e sconosciuto al 99% degli italiani, finito in manette insieme a un politico locale col quale trafficava in tangenti e fondi neri.
Si chiama Giuseppe Grossi e il nome non dice niente, tranne che negli ambienti collusi e in quelli di Cielle dove il Grossi è un’autorità. Il Corriere della Sera ci ha parlato di lui come del “re delle bonifiche lombarde”.
Vive nell’est milanese dove possiede, nei pressi della sua villa, alcuni capannoni oltre a un eliporto con tanto di elicottero personale.
In uno di questi capannoni Grossi ospita una collezione di motoscafi Riva; in un secondo capannone conserva gelosamente una collezione di auto e moto d’epoca italiane fino al 1970 tra cui: 20 Ferrari, svariate Lamborghini, Fiat Balilla e Moto Guzzi.
Ha un dipendente, un meccanico, il cui lavoro quotidiano consiste soltanto nell’accendere e nello spegnere i motori del suo straordinario parco auto-moto.
Green Holding” è la sua società che ne controlla molte altre, evidentemente un sistema di scatole cinesi che gli ha sin qui consentito di fare affari e soprattutto di nascondere denari che non si capisce bene da che cosa siano prodotti oltre che dal malaffare ai danni della pubblica amministrazione.
Tra le sue svariate proprietà immobiliari spicca un castello, Palazzo Visconti in provincia di Bergamo, che risalirebbe addirittura all’innominato dei Promessi Sposi.
La sua corsa spasmodica alla ricchezza è finita ieri mattina – almeno così si spera – con le manette ai polsi e con l’accusa di aver accumulato fondi neri, non si sa bene per fare cosa e per pagare chi…
Uno scandalo, perché questo signore è sicuramente un plurievasore otlre che un imbroglione, eppure trattava con tutti: politici, imprenditori, associazioni religiose e pseudo tali, forse anche il crimine organizzato perché di questi affari la mala non ne fa fare a chiunque e...soprattutto di tali dimensioni! Sono state anche accertate spese per 6 milioni e 400mila euro in acquisto di orologi da collezione che non si sa bene a chi siano finiti!
Questa è l’Italia ladrona, l’Italia che ci sta ammazzando e che si sta distruggendo irrimediabilmente, nell’indifferenza dei più che continuano a pensare a Berlusconi e alle sue pseudo-traversie giudiziarie. Intanto sta affogando, per esempio, la RAI, la Tv di Stato senza programmi, senza visione strategica per il futuro, in calo vertiginoso di pubblicità e quindi prossima al fallimento, con migliaia di dipendenti che finalmente si accorgeranno che a furia di fare i servi sciocchi del padrone di turno, ed oggi n particolare di Berlusconi, alla fine il posto di lavoro seriamente rischiano di perderlo.
Questa è la nostra Italia, quella che vorremmo competitiva e apprezzata nel mondo per il made in Italy, come dichiarava la Biagiotti ieri a Ballarò, un’Italia che invece è incapace di reagire perché assuefatta a un gioco subdolo che offusca ogni capacità di critica.
E non è che sul fronte opposto si stia meglio. Il centro-sinistra continua nella sceneggiata estemporanea delle primarie, mentre l’Italia cade a pezzi, la gente perde il posto di lavoro, le famiglie non hanno soldi e soprattutto non hanno speranza nel futuro, mentre viene sancito ldal Parlamento la fine di una professione, quella dell'insegnante, perchè l'unico docente deve restare la Tv del Capo.
E i Sindacati nicchiano!
Questa non è l’Italia che vogliamo e dobbiamo trovare la forza, ma soprattutto il coraggio per reagire, per difenderci da questa orda barbarica che sta assassinando il nostro futuro e soprattutto quello dei nostri figli.
Loro se ne fregano di noi, ci utilizzando e noi, sciocchi, cadiamo nel loro gioco e ci schieriamo…
Il Ministro Alfano, quello del lodo sciocco (del primus super pares) per il quale dovrebbe solo dimettersi dopo la sonora bocciatura della Suprema Corte – e con lui gli avvocati del Premier – subito ha disposto di perseguire chi su facebook ha fatto la goliardata di creare un gruppo denominato: “Uccidiamo Berlusconi”.
Si è riunito addirittua il Comitato per la Massima Sicurezza, per proteggere il Premier e per perseguire duramente quei buontemponi, quei ragazzi che con tanto di volto e di dichiarazioni hanno pensato di manifestare solo il loro disagio, la loro sofferenza, la loro voglia di dire basta a un Paese che da mattina a sera ormai parla solo ed esclusivamente di Berlusconi.
Credetemi, davvero non se ne può più perchè ci chiudono gli occhi sul mondo e sul futuro.
Quando il troppo è troppo la reazione è scontata e pericolosa, per tutti, non solo per Berlusconi!